(ASI) Mentre prosegue quella che si sta sempre più configurando come una profonda ristrutturazione economica, attraverso una rigida stretta regolatoria sulle grandi società indebitate in settori ritenuti non strategici, la Cina va avanti senza sosta nel suo percorso per realizzare quanto inserito nel 14° Piano Quinquennale di Sviluppo Socio-Economico (2021-2025), presentato ufficialmente lo scorso marzo, congiuntamente agli Obiettivi di Lungo Termine al 2035.
Tra le linee-guida, confermate rispetto al precedente piano quinquennale e potenziate per il prossimo lustro, c'è l'indicazione a perseguire uno sviluppo di alta qualità in tutti i settori. A ribadirlo sono stati sia il presidente Xi Jinping nella lettera inviata l'altro ieri per l'inaugurazione della 130a edizione della Fiera di Canton, nota anche come Fiera Cinese dell'Import e dell'Export, sia il primo ministro cinese Li Keqiang nella giornata di ieri, durante una visita agli stabilimenti Midea, gigante degli elettrodomestici da circa 40,4 miliardi di dollari di fatturato (2020) con sede nel distretto di Shunde, all'interno dell'area metropolitana di Foshan, città da 7 milioni di abitanti della provincia del Guangdong, posizionata nella ricca Regione del Delta del Fiume delle Perle.
Di fronte alle maestranze aziendali, Li ha parlato in particolare degli sforzi che il governo sta compiendo per «promuovere con vigore le riforme e l'apertura», «mantenere stabile l'attività economica» e «garantire alla popolazione il sostentamento essenziale». Riguardo alla crisi energetica in atto a livello globale, il primo ministro ha sottolineato l'assoluta importanza delle forniture di elettricità e carbone, ricordando che il Paese ha adottato misure su più fronti per garantire l'approvvigionamento dopo le limitazioni imposte a fine settembre dalle autorità locali di alcune province del Paese nei distretti industriali ad alta intensità energetica.
Non c'è stato alcun riferimento specifico ad eventuali revisioni o rimodulazioni dell'agenda di sviluppo sostenibile in Cina, che ha già fissato da tempo l'obiettivo della neutralità carbonica per il 2060. Tuttavia, i dati suggeriscono che l'import cinese di carbone dalla Russia, aumentato del 43% nei primi otto mesi del 2021 su base annua, passando da 25,9 a 37 milioni di tonnellate [CAA, The Coal Hub], sia destinato a crescere ancora nell'ultimo trimestre dell'anno per sopperire ai problemi registrati nelle catene di approvvigionamento a causa delle restrizioni anti-Covid e dello stop all'import dall'Australia, a seguito delle tensioni commerciali tra i due Paesi.
Non a caso il capo del governo cinese, durante la sua visita, ha ispezionato anche una centrale termoelettrica nel medesimo distretto di Shunde. Ad ogni modo, Li Keqiang ha escluso che gli aumenti dei prezzi delle materie prime si ripercuoteranno a valle della catena, annunciando che il governo sta valutando ulteriori riduzioni fiscali a vantaggio delle micro, piccole e medie imprese per venire incontro agli operatori più esposti ai rincari. Tornando alle riforme di lungo respiro, invece, Li ha spiegato che Pechino compirà tutti gli sforzi necessari per ottimizzare l'ambiente per gli investimenti, intensificare il sostegno della politica e stimolare il dinamismo dell'innovazione e dell'imprenditorialità di massa.
Questi ultimi due concetti, legati tra loro, erano stati già introdotti tra il 2015 e il 2016 in risposta al ridimensionamento dei settori tradizionali, in particolare nell'industria pesante, che stavano affrontando i profondi cambiamenti imposti dal taglio dell'overcapacity, dalla conseguente riduzione del personale e dai nuovi obiettivi in materia ambientale. Secondo Zhang Junkuo e Zhang Yongwei, del Centro per la Ricerca sullo Sviluppo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, l'espressione "di massa" sottolinea in sostanza la creatività delle persone, mentre "imprenditorialità" e "innovazione" possono variare da caso a caso in base al contesto.
«Attraverso le riforme del governo in materia di razionalizzazione amministrativa e decentramento del potere verso i livelli più bassi, la combinazione tra delega del potere, miglioramento della regolazione e ottimizzazione dei servizi, l'attuazione di politiche quali la riduzione delle tasse sulle piccole e medie imprese, la risoluzione delle difficoltà finanziarie e la promozione dei piani Internet Plus e Made in China 2025, sono stati rimossi alcuni dei problemi che avevano a lungo ostacolato l'imprenditorialità e l'innovazione», scrivevano già allora i due esperti cinesi [Zhang J., Zhang Y., Mass Entrepreneurship and Innovation: New Impetus to Development, DRC, 7/4/2016].
La rapida crescita dei servizi [che proprio nel 2015 avevano superato per la prima volta quota 50% sulla composizione del PIL, nda] e dei settori innovativi è così venuta incontro alle esigenze di riorientare complessivamente il modello di sviluppo cinese. Stando ai dati dell'Amministrazione Statale per la Regolazione del Mercato, a luglio di quest'anno il numero totale delle entità di mercato attive nel Paese ha raggiunto quota 146 milioni. Tra questi operatori, 98 milioni sono lavoratori autonomi, aumentati del 250% in circa nove anni, e 46 milioni sono le aziende, più che triplicate nello stesso periodo. Nella gran parte dei casi si tratta di micro, piccole e medie imprese, dimensione che ha generato in media oltre 13 milioni di nuovi posti di lavoro all'anno nel corso degli ultimi anni.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia