Cina. Xi Jinping ribadisce gli obiettivi ambientali, Pechino alla prova della sostenibilità

shenzhen 4807550 1920(ASI) È tornato a parlare degli ambiziosi obiettivi ambientali del governo il presidente cinese Xi Jinping. Lo ha fatto nella giornata di ieri in occasione di un vertice del Comitato Centrale del PCC per gli Affari Finanziari ed Economici. Il leader del gigante asiatico ha fatto nuovamente riferimento al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2060. Per centrare questo obiettivo, fondamentale non solo per la Cina ma anche per il resto del mondo, il governo ha già previsto di raggiungere il picco di emissioni di CO2 entro il 2030, come annunciato lo scorso settembre durante la 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Nel corso del Comitato Centrale di ieri, come riporta Xinhua, i membri partecipanti hanno inquadrato nuovamente il tema, sottolineando che «raggiungere il picco delle emissioni e la neutralità carbonica rappresenta una dura battaglia ma anche un grande banco di prova per le capacità del Partito nell'azione di governo del Paese».

La sostenibilità ambientale è uno dei pilastri fissati cinque anni fa all'interno del 13° Piano Quinquennale di Sviluppo Socio-Economico (2016-2020), assieme a innovazione, coordinazione, apertura e condivisione. Legato, così, strettamente al processo di trasformazione del modello di sviluppo, il nuovo paradigma ecologico del Paese ha perseguito fin qui l'obiettivo di lungo periodo di costruire «una Cina meravigliosa con cieli azzurri, terre verdi e acque pulite», in correlazione col piano Made in China 2025, finalizzato ad innalzare la qualità manifatturiera e promuovere la trasformazione digitale e sostenibile dell'industria.

La riduzione dell'overcapacity in settori industriali ad alto impatto ambientale (estrattivo, siderurgico, metallurgico ecc. ...), la forte spinta alla digitalizzazione dei servizi, la rigenerazione delle aree rurali, la progettazione di nuove grandi aree urbane di tipo smart city (come il progetto di Xiongan, nella provincia dello Hebei), la realizzazione di numerosi progetti di mobilità sostenibile e, non da ultime, le politiche di rimboschimento e riforestazione hanno cambiato massicciamente il volto della Cina nell'ultimo quinquennio.

La rete ferroviaria ad alta velocità ha raggiunto un'estensione di circa 38.000 km ed è previsto che arrivi a quota 70.000 km entro il 2035, mentre l'introduzione di nuovi veicoli non inquinanti sta rivoluzionando il trasporto urbano. Basti pensare che la sola Shenzhen, capitale tecnologica del Paese, sede del colosso di settore BYD, dispone di una flotta di 16.000 autobus elettrici e 22.000 taxi elettrici, con 1.800 stazioni di ricarica sparse per la città.

Da tempo ormai, la Cina è il primo investitore mondiale in energie pulite e rinnovabili. Nel 2020, nonostante la pandemia e la significativa riduzione dei sussidi al settore, l'installazione di nuovi dispositivi fotovoltaici per un totale di 48,2 GW ha consentito di raggiungere una capacità solare complessiva pari a 253,4 GW, stando ai dati diffusi lo scorso gennaio dall'Amministrazione Nazionale per l'Energia (NEA), riportati da Reuters. Secondo quanto affermato durante una conferenza di settore lo scorso dicembre da Wang Bohua, vicepresidente dell'Associazione Cinese dell'Industria Fotovoltaica (CPIA), nel prossimo lustro la capacità solare del Paese dovrebbe crescere ad una media di 70 GW all'anno, se non addirittura di 90 GW.

Per quanto riguarda l'energia eolica, i dati sono altrettanto confortanti. La NEA conferma che alla fine del 2020 la capacità eolica installata complessiva era pari a 281,5 GW, dopo che lo scorso anno sono stati installati nuovi impianti per un totale di 71,67 GW. Restano più indietro il settore geotermico, comunque in forte crescita, e quello idroelettrico che, tuttavia, potranno recuperare terreno rispetto all'eolico ora che il governo ha sancito la fine dei sussidi per i nuovi progetti onshore proprio a partire da quest'anno.

La campagna di sensibilizzazione ecologica ha contribuito anche a modificare le abitudini dei cittadini, non soltanto tra le nuove generazioni, sempre più attratte dai veicoli elettrici e dalla mobilità alternativa, molto più comoda ed efficiente che in passato, ma anche in quelle adulte ed anziane, che possono godere di aria più salubre e di aree ciclopedonali e ricreative più funzionali all'interno delle città. Sul fronte dei consumi, secondo quanto riporta il Dipartimento Nazionale di Statistica, nel 2020 le energie pulite hanno inciso per il 24,3% del totale contro il 19,1% del 2016.

Gli obiettivi ambientali generali al 2030, annunciati da Xi lo scorso dicembre durante l'ultimo Climate Ambition Summit dell'ONU, sono due: ridurre di oltre il 65% le emissioni di diossido di carbonio per unità di GDP rispetto ai livelli del 2005 ed aumentare del 25% la quota di combustibili non fossili nel consumo da fonti di energia primaria. La sostenibilità continuerà dunque ad essere un pilastro fondamentale anche nel 14° Piano Quinquennale (2021-2025) e negli Obiettivi di Lungo Termine al 2035, entrambi presentati alla fine dello scorso ottobre ed approvati la settimana scorsa in occasione della quarta sessione della 13a Assemblea Nazionale del Popolo.

Nel nuovo Piano Quinquennale si fa esplicito riferimento all'intenzione di ridurre del 18% le emissioni di CO2 e del 13,5% il consumo di energia per unità di PIL. Nel vertice di ieri del Comitato Centrale, a questi obiettivi si è aggiunto, come riporta Xinhua, l'appello a compiere ulteriori sforzi per stimolare passi in avanti decisivi nel quadro delle tecnologie verdi ed accelerarne la promozione e l'applicazione nell'opera di riduzione dell'inquinamento e delle emissioni nocive.

Tutto ciò senza dimenticare i provvedimenti finalizzati alla salvaguardia dell'ecosistema e al recupero dei "polmoni naturali" del pianeta. Proprio pochi giorni fa, l'Amministrazione Nazionale per le Aree Forestali e Verdi ha annunciato che, per effetto dei 6,7 milioni di ettari di nuove aree boschive creati nel 2020, il tasso di copertura forestale del Paese è salito al 23,04% (nella sola Pechino è al 44,4%), cioè quasi il doppio rispetto al 12% del 1981, quando fu lanciata la prima campagna volontaria di rimboschimento.

 

Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia

 

 
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