(ASI) Mercoledì scorso, 10 dicembre, la presidentessa del Brasile Dilma Rousseff, recentemente riconfermata alla guida del Paese durante le ultime elezioni, ha annunciato l'istituzione di una Commissione Nazionale per il Ristabilimento della Verità sugli anni drammatici della dittatura militare.
Dilma Rousseff, militante socialista sin dalla gioventù, lottò e partecipò in prima persona alla guerra civile contro il regime che per circa venti anni mantenne il potere politico nel Paese lusofono, a partire dal 1964 quando, nel quadro della cosiddetta Operazione Condor, la CIA e il governo degli Stati Uniti pianificarono una serie di golpe in gran parte dell'America Indio-Latina per impedire che movimenti politici di ispirazione popolar-patriottica, socialista o comunista salissero al potere, estromettendo Washington dalla regione. Secondo quanto annunciato da Dilma Rousseff, la Commissione dovrà occuparsi di stabilire la verità storica e di portare avanti ricerche serie e serene sulle responsabilità politiche e morali della dittatura e sulle migliaia di persone scomparse tra i gruppi di dissidenti politici o tra i semplici cittadini. "Il Brasile merita la verità", ha detto la Rousseff, palesemente commossa e toccata dal tema affrontato, aggiungendo che "le generazioni future meritano la verità e, soprattutto, meritano la verità coloro i quali hanno perso familiari, parenti, amici e compagni e che continuano a soffrire, come se questi morissero di nuovo ogni giorno".
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Redazione Agenzia Stampa Italia