Usa. La lobby ebraica Aipac spinge il Congresso ad approvare ulteriori sanzioni all'Iran

(ASI)  AIPAC, potente gruppo di pressione sionista-americano  pro-Israele  presente negli Stati Uniti sta spingendo le istituzioni per far mettere più severe sanzioni alla Repubblica Islamica dell'Iran.

 Ciò in risposta agli accordi raggiunti sul nucleare iraniano tra Teheran e le sei potenze mondiali. L'intento è di far saltare i positivi risultati raggiunti  attraverso i negoziati.

Per questo l'AIPAC sta utilizzando tutta la sua notevole influenza politica che esercita in seno alle istituzioni statunitensi per far cambiare la precedente decisione presa dal Congresso,  cercando di convincere Washington a ripristinare tutte le sanzioni economiche contro l'Iran. Provvedimenti punitivi ed embarghi  che sono state sospesi durante i colloqui.

Non pago il gruppo di pressione ebraico AIPAC operante negli Usa vuole inoltre che gli Stati Uniti imponessero pure il divieto di esportazioni di petrolio dell'Iran ad altri paesi e di mettere più industrie iraniane sulla sua lista nera.

Inoltre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente messo in guardia l'Occidente dal raggiungere un accordo con l'Iran sul suo programma nucleare.

Va ricordato invece che le diplomazie della Repubblica Islamica dell'Iran e il gruppo dei 5 Paesi + 1  (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania)  hanno concluso il  24/11/2014 a Vienna una settimana di intense trattative per trovare una soluzione finale alla controversia relativa al nucleare iraniano

Al termine dei colloqui, le due parti hanno concordato di prorogare  per altri sette mesi i negoziati. Inoltre, le parti hanno stabilito che l'accordo provvisorio raggiunto e  che avevano sottoscritto nella città svizzera di Ginevra lo scorso novembre,  rimarrà in vigore durante  il periodo delle trattative, ossia fino al 1 luglio 2015.

La settimana scorsa, anche il governo Usa  ha riconosciuto  che ulteriori sanzioni contro l'Iran sarebbero controproducenti.

Infatti, il Segretario di Stato USA John Kerry ha visto come elemento  positivo l'estensione delle trattative: "Abbiamo fatto progressi reali e sostanziali, e abbiamo visto emergere nuove idee

" Dello stesso parere è stato l'addetto stampa della Casa Bianca Josh Earnest che ha dichiarato: "Continuiamo a credere che l'aggiunta di sanzioni, mentre sono in corso le trattative sarebbero controproducenti".

Nonostante le autorevoli  prese di posizione del governo statunitense contro ulteriori embarghi,  i repubblicani, spinti dal gruppo di pressione ebraico AIPAC, hanno invitato il Congresso ad approvare nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica dell'Iran. "Con i repubblicani che hanno il controllo sia della Camera e sia del Senato, è giunto il momento per  rimboccarci le maniche e mettersi al lavoro per  far passare nuove sanzioni contro l'Iran" E' quanto ha affermato la settimana scorsa la repubblicana Ileana Ros-Lehtinen,

Premesso che l'autosufficienza energetica è un diritto inalienabile non solo dell'Iran, e che la diplomazia internazionale (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania) sta cercando una  soluzione equilibrata e pacifica alla controversia sull'energia termo-nucleare iraniana, è quanto più incomprensibile e controproducente l'atteggiamento dell'AIPAC e quello di Netanyahu  che è volto a rendere instabile di più la regione. Senza contare che il Medio Oriente è già  abbastanza destabilizzato dalla presenza di centinaia (c'è chi parla di 200) bombe atomiche negli arsenali dell'esercito israeliano. A quando le sanzioni Onu per Israele?


Niger September -  Agenzia Stampa Italia

 

 

 

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