(ASI) Una nuova legge del governo di Tel Aviv fa molto discutere l'opinione pubblica. Una legge considerata non solo dai palestinesi incivile ed inaccettabile perché punisce troppo duramente coloro che lanciano pietre durante le manifestazioni contro l'esercito Tsahal.
D’ora in avanti chi sarà sorpreso a farlo potrà essere condannato sino a venti anni di carcere!! Una decisione che non favorisce il dialogo e la distensione nei rapporti fra Palestina ed Israele.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affrontato la questione nei giorni scorsi in sede di Consiglio dei Ministri e ha sottolineato, giustificando l'introduzione della norma perché a suo dire: “Israele sta prendendo azioni vigorose contro i terroristi e coloro che lanciano pietre, bombe incendiarie, petardi e fuochi d’artificio”.
“Tutto questo ha lo scopo di riportare la calma e la sicurezza a Gerusalemme. Ho ordinato rinforzi e l’impiego di ulteriori mezzi al fine di garantire la legge e l’ordine nella capitale di Israele (…) Gli islamisti radicali stanno diffondendo false voci secondo cui staremmo tentando di danneggiare la moschea di Al-Aksa. Non permetteremo che ciò accada. Ci impegnano a mantener lo status quo”.
Non sfugge la discrasia con la logica e l’ipocrisia di Israele che in più occasioni, promulgando certe leggi, si è dimostrato oppressivo e razzista. Uno stato che sta tentando da decenni e con ogni mezzo compiere un vero e proprio genocidio contro il popolo Palestinese. Tutto attuato tra l’indifferenza ufficiale di quelle potenti Cancellerie mondiali che, quando vogliono, con le armi si ereggono a difesa della democrazia, della civiltà e del progresso occidentale!
Alessandro Mezzano - Agenzia Stampa Italia