(ASI) Roma - La chemioterapia del Sant'Andrea è un inferno sia per i pazienti che per gli operatori e l'impotenza della direzione aziendale, di fronte a tanta disorganizzazione, è inconcepibile. Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega:
Abbiamo effettuato un monitoraggio a più riprese nell'azienda ospedaliera e lo spettacolo che si è presentato di fronte ai nostri occhi è veramente indecoroso. Al pari di tanti pazienti stipati nelle barelle dei pronti soccorsi della Regione Lazio, in attesa di un posto letto per giorni e giorni, i cittadini che debbono sottoporsi alla chemioterapia nell'Ospedale di Grottarossa, sono trattati al pari dei mendicanti che giacciono in un angolo della strada. Stipati in una stanza angusta, con la metà dei posti a sedere rispetto a quelli che servirebbero, quelli che sono i pazienti più fragili, sottoposti a cicli di cure che non sono certo una passeggiata, attendono anche 6 o 7 ore il proprio turno, a causa della carenza di personale di assistenza e di una domanda che ha subito un'impennata nel tempo, a cui non si riesce a fare fronte. Ci chiediamo però perché la direzione non intervenga sulla logistica. Piuttosto che distribuire posizioni organizzative agli amici degli amici, con relative stanze e arredi, organizzino spazi per chi, più debole, non può permettersi di soffrire anche per le attese, conclude il presidente.
Redazione Agenzia Stampa Italia