(ASI) Umbria – “La chiusura delle attività commerciali nelle giornate festive (religiose e civili) e domenicali è cosa buona e giusta. Oggi, dopo un lungo e collaudato periodo di prova, mi riferisco all'apertura delle attività nei giorni festivi, il risultato è del tutto negativo, improduttivo per le aziende e faticoso per il personale dipendente.
Personale dipendente che troppo spesso, con questo gioco dei festivi aperti, si trovano ad usufruire di un riposo settimanale anche dopo 15 giorni di lavoro consecutivo”. Parole del segretario regionale dell’Ugl Umbria Enzo Gaudiosi, che interviene sulla polemica innescata dallo sciopero proclamato per il 25 aprile e sulla spinosa questione dell’apertura delle attività commerciali nei giorni festivi.
“Da sempre - spiega il segretario - siamo contrari a queste attività commerciali ‘non stop’, ed oggi anche le statistiche ci danno ragione con i dati sulle vendite che non risultano essere in crescita. L'analisi del nostro ufficio studi - prosegue Gaudiosi - ha accertato che il cittadino che compra nella giornata festiva non acquista durante la settimana, quindi si verifica una contrazione delle vendite nei giorni settimanali con la logica conseguenza che, pur chiedendo maggiori sacrifici ai lavoratori, il fatturato mensile dei commercianti non cresce”. Ancora il segretario Ugl: “Gli esercizi commerciali continuano a soffrire e purtroppo il settore non si riesce ad uscire da questa crisi economica che oggi non risparmia più nessun settore lavorativo, ma certamente ad averne la peggio sono comunque i lavoratori. Molti di loro – rimarca Gaudiosi - , non percepiscono lo stipendio da troppi mesi o non possono chiede un giorno di ferie perché, non avendo la sostituzione, sono a rischio licenziamento”.
“Non sono d'accordo nell'utilizzare lo sciopero come forma di protesta - conclude il segretario regionale Ugl - perché a pagare sarebbero ancora una volta i lavoratori, da sempre costretti a firmare contratti di lavoro ‘traballanti’ e con minimi salariali. Credo, invece, che sarebbe opportuna una maggiore attività politica/sindacale nel sensibilizzare tutti i partiti politici sull'argomento, al fine di porre fine a questa ‘politica fallimentare’ per il settore del commercio, per puntare su vere strategie per il rilancio del settore, magari con sgravi fiscali per le aziende”.