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(ASI) Reggio Calabria - Le agghiaccianti motivazioni della Corte dei Conti relative alla sonora bocciatura del piano di rientro del comune di Reggio Calabria, predisposto dai Commissari Straordinari, rappresentano le parole definitive e incontrovertibili che sanciscono il vergognoso fallimento e il desolante tramonto del “modello Reggio” di Scopelliti e Arena.

La Corte dei Conti ha messo una pietra sopra il nefasto e tragico passato della città provocato, in primis, dall’ex sindaco Scopelliti, figura di punta del NCD di Alfano.

Un sistema di potere che, dati e numeri alla mano, ha letteralmente distrutto Reggio e costretto i reggini a pagare, di tasca propria, un ingiusto e pesantissimo conto.

Una città che, per lungo tempo, non avrà futuro per colpa di un manipolo di avventurieri che per un decennio hanno massacrato la città.

La sentenza della Corte dei Conti, fra l’altro, ha certificato che i debiti del comune di Reggio, fino alla data del giusto e motivato scioglimento del comune per mafia, ammontavano all’astronomica cifra di circa 700 milioni di euro: una voragine finanziaria provocata dalle amministrazioni del centrodestra.

Rispetto a questo quadro desolante il piano di rientro proposto dai Commissari è stato rilevato insufficiente e, nei fatti, inutile; la Magistratura contabile ha suggerito il dissesto finanziario quale unica ricetta per tentare di fare ripartire una città che, oggi, si trova prostrata e in ginocchio per colpa delle giunte di Scopelliti e Arena.

Quanto affermato dalla Corte dei Conti non ci stupisce affatto e, anzi, conferma in maniera pedissequa le nostre reiterate denunce, troppo spesso isolate, alle quali seguivano valanghe di insulti e offese personali proprio da parte dei diretti responsabili del “sacco” di Reggio. Orgogliosamente possiamo affermare che siamo stati i soli ad anticipare i fatti chiedendo lo scioglimento, poi ottenuto, e, ancora una volta, siamo precursori nella oggettiva richiesta del riconoscimento del default delle casse comunali.

In tal senso, ribadiamo che, tenuto conto che i reggini pagano imposte altissime e tariffe salatissime (tipiche dei comuni dissestati), la formalizzazione del dissesto finanziario è l’unica strada sensata che si possa e debba percorrere. Dopo avere letto le motivazioni della Corte dei Conti non sono ammessi tentennamenti, non ci sono alternative credibili e non ci possono essere alibi; i sofismi di chi si oppone a questo naturale, logico e inevitabile epilogo mirano, semplicemente, a tentare di salvaguardare il futuro politico  e personale di Scopelliti che, evidentemente, con la dichiarazione del dissesto dovrebbe, finalmente, pagare per l’enorme ed immane danno causato a Reggio e agli incolpevoli reggini.

Auspichiamo, pertanto, che anche i Commissari prendano atto della motivata decisione dei giudici contabili ed evitino la presentazione di un inutile ricorso che rischia di essere solamente un’ulteriore e inutile perdita di tempo.

Infine, riteniamo doveroso, ancora una volta, ricordare e ringraziare pubblicamente, per la preziosa opera svolta al servizio della collettività e a favore della legalità, il Prefetto Vittorio Piscitelli, fedele servitore dello Stato, il quale ha subìto un ingiusto trasferimento-punizione da parte di Alfano, l’amico di Scopelliti; una triste vicenda che la dice lunga sul senso dello Stato e delle Istituzioni che alberga in questi soggetti.

I reggini si preparino ad essere protagonisti del rinnovamento: il momento del ritorno della Primavera di Reggio e degli insegnamenti del compianto e amato sindaco Falcomatà è finalmente alle porte.

 

IL SEGRETARIO CITTADINO DEL PdCI DI REGGIO CALABRIA

Ivan Tripodi

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