«Si tratta – affermano dall’associazione - di una ulteriore “stangata” servita “sul piatto d’argento” dall’ex amministrazione comunale "delle tasse", presieduta dall'ex sindaco Pietro Tidei. Nella rideterminazione delle aliquote sull’Imposta Municipale Unica (IMU), infatti, non si è pensato di equipararsi all’aliquota standard che avrebbe consentito, quindi, di evitare il versamento della “mini Imu” come sta accadendo, ad esempio, a Santa Marinella e a Tarquinia e in altri comuni del comprensorio. Ma come al solito i nostri ex amministratori hanno preferito attingere, ancora una volta, dalle tasche dei cittadini ed aumentare al 5,5 per mille la tassazione sull’abitazione principale».
«A questo punto, - continuano Cacace e De Liguori - prima che i tempi già ristretti arrivino al “fotofinish”, chiediamo al Commissario Prefettizio, Dr. Ferdinando Santoriello, di avviare una verifica presso gli uffici preposti per vagliare la possibilità di addebitare al Comune la quota parte spettante ai cittadini per l’”indigesta e ingiusta” tassazione sulla prima casa attraverso una variazione di bilancio ad hoc. Riteniamo, infatti, - concludono - che un'amministrazione comunale può essere considerata tale quando, prima di tartassare i cittadini, si adopera nella ricerca di risorse necessarie tra le maglie "larghissime" degli sprechi e delle spese inutili evitando di utilizzare il contribuente a mo di “bancomat” da utilizzare a proprio piacimento».