(ASI) E’ trascorso quasi un anno dall’approvazione, da parte della Conferenza Stato Regioni, dell’accordo per garantire l’assistenza sanitaria agli immigrati ma, purtroppo, l’applicazione concreta delle norme in questione non è ancora stata raggiunta.
Sono solo 7, infatti, le Regioni e le Province Autonome italiane che hanno formalmente ratificato l’accordo. Secondo quanto emerge dall’edizione 2013 del Dossier statistico immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in questo quadro un nodo particolarmente complesso è costituito dall’assistenza ai minori, soprattutto perché in merito all’iscrizione al Servizio Sanitario dei figli degli immigrati non in regola si registra ancora una situazione di incertezza.
L’Italia è una delle principali mete europee delle rotte migratorie internazionali e solo dall’inizio del 2013 sono arrivati nel nostro Paese circa 30mila migranti: di questi, 3mila sono bambini orfani che si trovano in condizioni di emergenza. A fronte di tali cifre, l’accordo approvato dalla Conferenza è ancora più rilevante e proprio per questo chiediamo agli enti locali di non sottovalutarlo e anzi di procedere al più presto alla ratifica per assicurarne la piena applicazione su tutto il territorio nazionale.
Altrettanto importante è l’intervento del Governo, che dovrà regolamentare quanto prima l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale dei minori figli di migranti senza permesso di soggiorno. Non è accettabile che per la sanità pubblica ci siano pazienti di serie A e di serie B: l’assistenza e le cure devono essere garantite a tutti.
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