Lettera aperta
Al Sig. Sindaco di Roma Dott. Ignazio Marino, per una serena e onesta riflessione.
Egregio e stimato Signor Sindaco, e p.c. alla Comunità ebraica di Roma, premetto che esprimo (ed esprimiamo) la più sentita pietà ed il rispetto per tutte le vittime delle “fosse ardeatine”, anche se la responsabilità va attribuita all’”eroico” gruppo terrorista comunista dei G.A.P. per aver messo la bomba in Via Rasella. Prendo atto della Sua (e non solo) prevedibile e scontata decisione di vietare la sepoltura dell’ufficiale tedesco Erick Priebke in un cimitero della capitale. In particolare, disorienta, la decisione del Vicariato Cattolico di non concedere la messa di suffragio al defunto: Ma Santità, Papa Francesco, secondo il vangelo e la pietà cristiana, la Chiesa cattolica dovrebbe perdonare tutti i peccatori. Non crede che questa non sia la strada per “modernizzare” e rinnovare la Chiesa? Rispettosamente, mi permetto, Signor Sindaco, di ricordare a Lei, al Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Primo Ministro On. Enrico Letta. a tutti i Sigg. Ministri, a Tutti i Parlamentari, e a tutti gli italiani, alcune (delle tante) vergogne dell’Italia ”democratica”: subite dagli esuli, istriani, fiumani e dalmati: ai quali furono prese le impronte! Ricordiamo, tra le più aberranti umiliazioni che offendono i 350.000 esuli italiani, accolti in Italia “matrigna”, spesso, con sputi e insulti. Essi hanno dovuto lasciare le proprie terre per restare italiani, per rimanere fedeli alla propria civiltà, cultura e fede. Dopo l’Armistizio del 1943 fino al 1947 a guerra finita, migliaia di esseri umani appartenenti a tutte le classi sociali furono infoibati, torturati, massacrati, assassinati e affogati nel mare Adriatico dai comunisti jugoslavi di Tito, con la essenziale collaborazione dei partigiani comunisti italiani. L’Italia “democratica” come ha pensato di onorare questi suoi figli (indegni(?): umiliandoli! Nel 1969, il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ha conferito al boia comunista jugoslavo Josip Broz detto Tito e ad altri 30 suoi gerarchi, la massima onoreficenza: “ NOMINANDOLO CAVALIARE DI GRAN CROCE AL MERITO DELLA REPUBBLICA DECORATO DI GRAN CORDONE”. E proprio a Roma Signor Sindaco, nel 1978, veniva inaugurato, un MONUMENTO/CRIPTA AI PARTIGIANI COMUNISTI DI TITO, nel Cimitero di Prima Porta, alla presenza dei massimi esponenti del Governo DC e di alti rappresentanti della Jugoslavia comunista. L’Italia “democratica”, non soddisfatta, ha voluto ulteriormente umiliarci e premiare chi ha infoibato i suoi figli, “ma erano fassisti”, e per aver combattuto contro l’Italia, già, ma era fascista, e aver occupato parte delle sue terre, concedendo migliaia di pensioni: reversibili, a vita al 100 X 100, ai combattenti partigiani comunisti di Tito. L’Italia, con il Suoi Governi, ha sostenuto ed approvato l’entrata in Europa, prima della Slovenia, e successivamente della Croazia senza nessuna condizione, senza nessuna contropartita per gli esuli istriani, fiumani e dalmati. Non siamo in grado di prevedere se queste manovre politiche porteranno dei benefici all’Italia ed agli italiani. Non ci sono limiti alla (in)decenza democratica! Ma anche la Sua Amministrazione si è “distinta” nei confronti degli esuli giuliano-dalmati, con il Vice Sindaco Luigi Nieri che vuole cancellare i viaggi, per la conoscenza della tragedia della foiba di Basovizza (Trieste), con il compagno Consigliere della I° Circoscrizione Giovanni Barbera giustificazionista, che nega la realtà delle foibe e della Vostra ostilità per la “Casa del Ricordo dell’Esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati”. Vergogna. Signor Sindaco, non mi risulta (vorrei essere smentito) che Lei si sia mai indignato e degnato di far “demolire” il Mausoleo dedicato ai comunisti titini e a far revocare le scandalose onoreficenze al boia Tito e ai suoi sgherri assassini. Prendiamo atto che i nostri morti, sono stati annoverati tra quelli di serie “B” e destinati ad essere cancellati.
Distinti saluti democratici e cristiani.
Guido Macutz
Esule da Zara – residente in Italia “matrigna”
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