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La testimonianza della bellezza e dell’unità profonda delle chiese dell’Umbria
(ASI) Lettere in Redazione - Ieri sabato 31 agosto, alle ore 17, nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola di Assisi, otto giovani seminaristi umbri con “vocazioni adulte” di cinque Diocesi (Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Città di Castello, Orvieto-Todi, Perugia-Città della Pieve e Terni-Narni-Amelia) sono stati ordinati diaconi. E’ un evento unico per la Chiesa umbra a «testimonianza della bellezza e dell’unità profonda delle nostre Chiese sorelle, nella quale crediamo profondamente e che ci sembra destinata a crescere sempre più nel prossimo futuro», scrivono i seminaristi che si apprestano a diventare diaconi (prima di ricevere l’ordinazione sacerdotale) nella lettera ai loro vescovi in cui gli chiedono di poter essere ordinati insieme, in un’unica celebrazione regionale. Il desiderio di Carlo Cecconi, David Tacchini, Emanuele Frenguelli, Jacopo Tacconi, Lorenzo Marazzani, Marco Cappellato, Matteo Rubechini e Simone Valori è stato ben accolto dai vescovi umbri, che concelebreranno l’ordinazione diaconale dei loro seminaristi presieduta dall’arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu mons. Gualtiero Bassetti. E’ lo stesso presidente della Ceu a evidenziare, nelle colonne del settimanale «La Voce» (in edicola questo fine settimana), le due motivazioni di fondo che hanno spinto questi otto giovani in cammino verso il sacerdozio a voler essere ordinati diaconi insieme. La prima motivazione, spiega mons. Bassetti «è che hanno voluto coronare i cento anni del Seminario regionale con questa scelta unitaria, come segno di gratitudine e affetto nei confronti del Seminario». La seconda, prosegue il presule, scaturisce dal fatto che «hanno trovato tra loro affiatamento e condivisione di fraternità seminaristica per cui hanno sentito il desiderio di condividere in uno stesso giorno la stessa ordinazione alla quale naturalmente saranno presenti tutti i loro vescovi».

E’ un desiderio che è maturato nel cuore degli otto seminaristi durante l’ultimo anno di Seminario, pur essendo giovani di diverse età e provenienti dalle più varie esperienze ecclesiali ed umane: dalle missioni in Asia e America Latina alle comunità diocesane di accoglienza agli ultimi, dalla catechesi itinerante all’impegno parrocchiale. «Pur provenendo da punti di partenza tanto distanti – scrivono i seminaristi –, ci siamo ritrovati insieme in cammino verso il ministero sacerdotale nella Chiesa cattolica al servizio delle diverse Diocesi umbre sperimentando il dono di una comunione profonda, oltre che di autentica amicizia, che mai avremmo immaginato e che solo il Signore poteva regalarci. Alla luce di quanto vissuto in questi anni, riconosciamo come particolarmente vere per noi le parole che il Santo Padre ci ha indirizzato nella sua Lettera ai Seminaristi del 2010: “Nella convivenza, forse talvolta difficile, dovete imparare la generosità e la tolleranza non solo nel sopportarvi a vicenda, ma nell’arricchirvi l’un l’altro, in modo che ciascuno possa apportare le sue peculiari doti all’insieme, mentre tutti servono la stessa Chiesa, lo stesso Signore. Questa scuola della tolleranza, anzi, dell’accettarsi e del comprendersi nell’unità del Corpo di Cristo, fa parte degli elementi importanti degli anni di seminario”. Avendo tutti noi accettato secondo le nostre capacità tale sfida – sottolineano il seminaristi –, abbiamo anche avuto la grazia di constatare l’avverarsi della parola dell’Apostolo Paolo: “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione”».

 

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