«Tutta la Chiesa si senta sempre maggiormente impegnata in favore della gioventù, delle sue ansie e sollecitudini, delle sue aperture e speranze, per corrispondere alle sue attese, comunicando la certezza che è Cristo, la Verità che è Cristo, l'amore che è Cristo. E in questa attenzione privilegiata che la Chiesa nutre nei loro riguardi, i giovani devono trovare prova che essi contano molto perché valgono molto. Perché la loro vita è incalcolabilmente preziosa per la Chiesa». Con queste parole Giovanni Paolo II annunciò l’istituzione delle Giornate Mondiali della Gioventù, evento ecclesiale che nasce come risposta ad un’attesa espressa in modi diversi dai giovani stessi e che ha come principale finalità quella di riportare al centro della fede e della vita la persona di Gesù.
Cari giovani umbri, mi piace leggere con voi tutta l’avventura della GMG avendo di fronte agli occhi, quasi come un’icona, il capitolo 24 del vangelo di Luca, dove si racconta dei discepoli di Emmaus. Come nel loro, anche nel vostro cuore rimane una sorta di nostalgia: non avete certamente messo a tacere il bisogno più profondo, ma spesso non riuscite a decifrarlo, esprimerlo e orientarlo verso una sorgente d’acqua viva, ed esperimentate l’incertezza e la confusione. Per placare questa nostalgia, però, la vicinanza fisica non basta. Non basta neppure il semplice camminare insieme. È necessario incontrare una proposta credibile: i discepoli sulla strada di Emmaus camminano e parlano e Cristo cammina con loro, ma non lo vedono. Lo riconoscono soltanto quando lui compie un gesto concreto spezzando il pane («si aprirono loro gli occhi»). Anche voi siete in cammino, in ricerca, riflettete insieme, vi ponete delle domande; il Signore Gesù cammina accanto a voi, ma non sempre lo sapete riconoscere. Ci vogliono dei gesti, dei segni: la Giornata Mondiale può essere uno di quei segni che permettono di riconoscere la presenza di Gesù, un momento forte di incontro tra la vostra nostalgia e la persona di Cristo, tra la vostra ricerca e la proposta cristiana.
Cari amici, andrete dall’altra parte del mondo, vi metterete in ascolto della Parola di Dio, incontrerete Papa Francesco, conoscerete molti vostri coetanei e vivrete momenti indimenticabili. Vi invito a vivere la GMG come un’occasione preziosa per comprendere che il messaggio di Gesù Cristo, annunciato e vissuto nella Chiesa, è una proposta di salvezza anche per l’uomo di oggi; per vivere la preghiera come fedeltà al Signore e non solo come momento emotivo o settoriale; per acquisire la capacità di progettare l’esistenza alla luce del Vangelo di Gesù. E quando tornerete a casa, portate alle nostre Chiese diocesane la gioia e l’entusiasmo di chi ha incontrato il Signore!
Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia
Delegato CEU per la Pastorale Giovanile
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