Recensione del libro “UNA BREVE STORIA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE” a cura di Zhang Xingxing (Anteo Edizioni) di Maria Morigi

Leggere la storia per acquisire saggezza, guardare al passato per capire il presente” (cit. Liu Kan)

Il 2024 è un anno importante per la Repubblica Popolare Cinese. Ricorrono ben due anniversari: il 20° dell’istituzione del Partenariato Strategico Globale tra Cina e Italia, che ha prodotto risultati di cooperazione in tanti settori, e il 700º dalla morte del viaggiatore Marco Polo che ha fatto conoscere la Cina al Mondo occidentale. Due eventi che consolidano i legami tra Cina e Italia offrendo un modello di scambio e reciproca conoscenza. Per l’occasione è stata edita una versione tradotta in italiano di “A concise history of the People’s Republic of Chinai con la prefazione di Liu Kan, Console Generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano. A curare il testo è un nome di prestigio e grande competenza, il prof. Zhang Xingxing, già Vicedirettore dell’Accademia cinese di Scienze Sociali, Segretario generale dell’Associazione di Storia Nazionale della RPC e Caporedattore di Studi di Storia della Cina contemporanea.

Il libro afferma che, a differenza di altre antiche civiltà - egiziana, babilonese e indiana -, la civiltà cinese è l’unica ad essersi costruita tramite un processo di integrazione di etnie, tradizioni e culture, e ad aver avuto continuità storica. Ancora oggi, a 75 anni dalla Fondazione della Repubblica Popolare, si può constatare che la capacità di integrazione tra culture e la loro tutela costituisce il carattere distintivo della civiltà cinese che è aperta, tollerante e inclusiva. Inoltre è fatta salva la garanzia, offerta dallo Stato, che non ci sia danno per l’intera comunità e che non si verifichino “ingerenze esterne”, come purtroppo succede a proposito di questioni la cui soluzione dovrebbe spettare integralmente alle decisioni governative cinesi.

Nei dieci capitoli del libro si ripercorre tutta la storia recente della Cina, dalla Rivoluzione che trasformò radicalmente l’assetto statale e da quando, nel 1921, integrando il marxismo-leninismo nel movimento operaio cinese, nacque il Partito Comunista Cinese (PCC). Da allora, il popolo cinese ha avuto nel Partito la bussola e spina dorsale per il perseguimento della liberazione nazionale abbattendo le tre montagne: imperialismo, feudalesimo e capitalismo burocratico. La fondazione della Repubblica Popolare nel 1949 ha segnato così la grande transizione del Paese da autocrazia feudale millenaria a democrazia popolare con il socialismo come sistema di base che, attraverso varie fasi di programmazione, riforme economico-sociali, tutela di minoranze e concessioni di autonomia regionale, ha raggiunto indiscutibilmente con successo l’obiettivo della costruzione di una “società moderatamente prospera”, espressione che si richiama alla filosofia confuciana, per andare anche oltre verso la “società ideale armoniosa”.

Il lettore occidentale potrebbe rilevare che Zhang Xingxing in questo libro illustra tappe della storia cinese contemporanea senza adottare alcun atteggiamento critico. A fronte di questa osservazione c’è da chiedersi se davvero questo lettore occidentale scettico conosca i fatti della Storia inseriti nel contesto sociale e culturale cinese, o se, piuttosto, non sia influenzato dai tanti superficiali pregiudizi che circolano giudicando e banalizzando la “civiltà cinese”. Personalmente ho spesso sostenuto che, per capire la Cina, sarebbe necessaria non solo una corretta informazione sui meccanismi istituzionali, quelli di governo e di come è praticata la democrazia attraverso la valorizzazione di competenze (piuttosto che di concorrenze!). Sarebbe anche necessaria una conoscenza del lungo dibattito interno - condotto da filosofi e scienziati fin dalla fondazione del Partito - sul tema dei Valori, perché se confrontati con quelli della modernità occidentale (Dichiarazione Universale del 10 dicembre 1948), i valori della Cina evidenziano quattro caratteristiche: La Responsabilità viene prima della libertà; Il Dovere viene prima dei diritti; Il gruppo è superiore all’individuo; L’Armonia è superiore al conflitto. Così spiega il prof Chen Lai ii, portavoce dell’ideologia ufficiale di Partito, che rivendica uno sviluppo dei Diritti Umani “con caratteristiche cinesi”. E d’altronde fin dal 18° Congresso del PCC del 2012 lo stesso Presidente Xi Jinping aveva promosso i “valori fondamentali del socialismo”, una lista di 12 valori che include democrazia, libertà, uguaglianza, giustizia e governo della legge.

i Wuzhou Communication Publishing House, Pechino, 2019

ii Chen Lai studioso di “Saperi nazionali” all’Università Qinghua di Pechino, esprime questa idea in “Conosciamo a fondo i valori distintivi della Cina”, Quotidiano del Popolo il 4 marzo 2015

 

https://www.anteoedizioni.eu/negozio/popoli/una-breve-storia-della-repubblica-popolare-cinese/

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