La continuità di riti e culti nei millenni e la Nazione Italiana
vignali montagna(ASI) Appennino Centrale - Se la Nazione Italiana "astratta", ovvero giuridica, nasce a seguito dell'Unità dello Stato liberale nel 1861, bisogna dire che esiste una Nazione Italiana che potremmo definire "reale",  fatta di usi, costumi, tradizioni, riti, che affonda le radici nell'Età del Ferro che in Italia, termina pressoché ovunque nel I secolo prima dell'avvento dell'Era Comune.                                                            
 
In questo periodo, i popoli italici si fondono in un unico popolo, quello Romano. Contribuiscono a questo fenomeno da prima la Guerra Sociale del 90/88 a.e.c. con la concessione della cittadinanza della Res Publica Romana ai soci italici, poi  il successivo giuramento di fedeltà dell'Italia ad Ottaviano Augusto nel 31 a.e.c., ossia la cosiddetta "Coniuratio Italiae", infine  la suddivisione in 11 Regioni dello Stato Romano, identificato durante il Principato con l'Italia e, dunque, l'integrazione in esso anche delle popolazioni del Nord e delle varie eterogenee entità particolari della Penisola. 
 
Dunque, questo processo di coalescenza dei popoli italici attraverso le leggi e le istituzioni di Roma, pone le basi per la nascita di questa "reale" nazione italiana ben prima dell'unificazione dello Stato ottocentesco risorgimentale  e considerando che la scienza giuridica nell'antica Roma non era divisa nettamente da quella sacerdotale (anzi le due cose erano pressoché una cosa sola vedi "C.Vignali, La scienza sacerdotale nella romanità è un tutt'uno con il diritto, Saturnia Tellus, 21 ottobre 2020": https://www.saturniatellus.com/2020/10/2451/) la sincretica unificazione in un solo Pantheon di Roma degli Dei, dei culti, dei riti italici e greci con quelli puramente romani ed etruschi, la cosiddetta "Pax Deorum", è alla base dell'accrescimento, del consolidamento e del mantenimento del potere nella Res Publica. 
 
Il sistema della "Pax Deorum" ha funzionato alla perfezione in Italia, in Occidente e ovviamente in Grecia, meno in Medio Oriente, ed è del tutto fallito con una religione monoteista, esclusiva, non ecumenica come l'Ebraismo, a tal punto che nel luglio del 70 e.c. l'Imperatore Tito dovette prendere provvedimenti drastici, distruggendo il Tempio di Gerusalemme.
 
Gran Madri agrarie italiche come Libera, Angizia, Maia, Maruca, Pelina, Feronia, Cupra, Opi, Bona; ma anche divinità come Giove, Marte, Libero e semi Dèi come Ercole, sono sincretisticamente comuni sia al Pantheon romano che a quello delle popolazioni italiche di stirpe osco - sabellica dell'Appennino Centrale, culla della Nazione Italica. 
 
Il sistema della "Pax Deorum" è entrato in crisi allorché  si sono diffusi dal Mediterraneo orientale culti monoteistici salvifici ecumenici - universali, quindi inclusivi, come ovviamente il Cristianesimo che ha messo in discussione il sistema del sincretismo religioso di inclusione delle varie divinità dell'Impero nel Pantheon Romano, così con la nascita del Dominato, nel IV secolo, Costantino ha cercato di identificare sotto una unica divinità solare (il sole era un simbolo riconosciuto da tutte le religioni dei popoli) i vari culti presenti nei territori dell'Impero. A tal proposito vedi il mio speciale censurato sui social: "C.Vignali, Come cambiano i simboli del potere imperiale romano tra II e III secolo d.C.: da Cibele al Sol Invictus, Agenzia Stampa Italia, 29 dicembre 2019": 
 
Questi culti e riti, sono stati poi dal V al X secolo, con la Cristianizzazione forzata del Mediterraneo  e dell'Europa, spesso  sincretisticamente ripresi e inclusi nella nuova religione Cristiana Cattolica (Ortodossa in Grecia e in Medio Oriente)  a tal punto che nei borghi rurali alle pendici delle nostre montagne dell'Appennino Centrale, ancora ci sono nomi di divinità e particolari riti che richiamano l'antica religione, così le   Gran Madri agrarie italiche sono diventate, ad esempio, la Madonna della Libera di Filetto e Palombaro in provincia di Chieti, Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe), il tempio di Cerere ad Abbateggio (Pe), è diventato la chiesetta rupestre di Sant'Agata, il culto della Vittoria, si è trasformato in quello di San Vittoria a Castilenti (Te), il tempietto di Diana Trivia a Chieti si è trasformato nel corso del Medioevo nella Chiesetta di Santa Maria del Tricalle. 
A Fossacesia, sulla Costa dei Trabocchi, in Provincia di Chieti, sul Monte di Venere sorge l'Abbazia di San Giovanni in Venere il cui toponimo è legato alla presenza di una antica fonte sacra dedicata dai Romani a Venere, nei pressi della quale in epoca Cristiana è sorta una Abbazia dedicata non a caso a San Giovanni Battista (inizio edificazione 1165 e.c.).
 Il culto del semidio Ercole, in area Italica legato al mondo agro - pastorale, si è trasformato in epoca longobarda in quello di San Michele Arcangelo, cosi fonti e grotte in cui si praticavano fino agli inizi del XX secolo ancora primitivi riti come il sonno rivelatore benefico (incubatio) e il bagno curativo e miracoloso nelle fonti sacre (ablutio), sono state dedicate ai santi, così come i  boschi sacri che spesso sono stati rinominati o che hanno a tutt'oggi toponimi che richiamano le antiche divinità, come il Bosco di Sant'Antonio fra Cansano e Pescocostanzo (nella Maiella Centrale in Provincia di L'Aquila), o Bosco Martese a Rocca San Giovanni (sui Monti della Laga in Provincia di Teramo). 
Gli esempi che si possono citare sono innumerevoli e alla fine dell'articolo indicheremo alcuni collegamenti a speciali  giornalistici fatti che trattano i casi da me approfonditi. 
 
Di seguito il breve video esplicativo girato nel Parco Archeologico di Orcriticum nel Parco Nazionale della Maiella- Cansano (Aq), sulle rovine del tempio di Ercole,il San Michele transumante per gli Italici:  https://youtu.be/RpVgIQHZ6j4
 
La continuità nei riti e nei culti plurimillenaria fra politeismo e cattolicesimo dimostra l'origine romano-italica della Nazione Italiana e la sua affermazione nel Basso Medioevo, la sua preservazione fino ai giorni d'oggi, epoca in cui la globalizzazione sta mettendo in crisi le trazioni nazionali locali.
 
 
 "C.Vignali, La Fonte di Venere Conciliatrice sulla Costa dei Trabocchi tornerà a vivere, Saturnia Tellus, 25 giugno 2021".
 
"C.Vignali, Abbateggio, Sant'Agata, il culto di Cerere e l'ablutio, 29 aprile 2021, La notizia.net": https://www.la-notizia.net/2021/04/29/abbateggio-santagata-il-culto-di-cerere-e-lablutio/
 
-"C.Vignali, Gli Antichi riti magico - religiosi dell'incubatio e dell'Ablutio, Agenzia Stampa Italia, 5 aprile 2021"
- "C.Vignali, Castilenti, la continuità del culto della divina Vittoria nei millenni, Discovery Abruzzo Magazine, 22 febbraio 2022":
 
"C.Vignali, Grotta Sant'Angelo a Lettomanoppello fra "Incubatio" e "Ablutio, Agenzia Stampa Italia, 20 aprile 2021":
 
"C. Vignali, Visita all'Eremo Grotta di Sant'Angelo a Palombaro, sulle tracce dell'Incubatio e dell'Ablutio, Agenzia Stampa Italia, 18 agosto 2021".
 
"C.Vignali, L'incanto del Lucus Angiziae, dove i vapori del bosco danzano per la dea dei Marsi, Saturnia Tellus, 8 febbraio 2021":
 
"C.Vignali, La sacralità della terra: le Grandi Madri italiche dell'Appennino Centrale, Saturnia Tellus, 13 gennaio 2020": 
 
"C.Vignali, Santa Maria della Libera a Filetto e il rito dell'Incubatio, La notizia.net, 6 aprile 2021":
 
C.Vignali, Palombaro, tracce di antichi riti nel culto dell'Arcangelo e della Libera, Discovery Abruzzo Magazine, 18 agosto 2021":
 
"C.Vignali, L'antico culto della dea Sicinna all'ombra del Monte Sirente, Agenzia Stampa Italia, 2 aprile 2019":
 
"C.Vignali, La magia di Ercole Curino che sancisce la fine della Guerra Sociale, Saturnia Tellus, 10 giugno 2020": 
 
"C.Vignali, La devozione per Diana Trivia a Chieti: la chiesetta ottagonale del Tricalle, Saturnia Tellus, 8 marzo 2022": 
 
 
 
 
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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