(ASI) Parco Nazionale della Maiella - Per lo speciale storico, antropologico e turistico sulle tracce dei culti delle antiche Gran Madri Italiche dell'Appennino Centrale, fra gli ancestrali riti magico - religiosi dell'Incubatio e dell'Ablutio praticati dai nostri progenitori fin dalla Preistoria e sincretisticamente ripresi fra Tarda Antichità e Medioevo dalla Chiesa Cattolica Romana che con i monici ha convertito le popolazioni autoctone dell'Appennino Centrale lasciando per lo più intatta la traduzione locale, abbiamo visitato nel pomeriggio di martedì 17 agosto 2921 l''Eremo Grotta di Sant'Angelo di Palombaro(Ch), nel cuore del versante sud - orientale Chietino del Parco Nazionale della Maiella.
Secondo gli archeologi che stanno effettuando anche degli scavi nell'area la Grotta di Sant'Angelo di Palombaro era consacrata proprio a una delle Gran Madri Italiche, la Dėa Bona.
In epoca cristiana, invece, la sacra cavità naturale è stata consacrata a San Michele Arcangelo, il cui culto nell'Italia centro - meridionale ha preso sincretisticamente il posto, soprattutto con i Longobardi, di quello delle divinità agrarie come Libera - Cerere e pastorali come Ercole, a testimonianza di una società agro - pastorale predominante fino alla prima parte del Novecento.
Nell'Eremo, una apertura di 35 metri scavata nella roccia, parzialmente coperta, ci sono ancora i resti del tempio di culto scolpiti nella roccia con l'abside della chiesetta dei monaci e le vasche rupestri dove venivano praticate le abluzioni nelle acque sacre, soprattutto dalle donne per propiziare la fertilità.
Si hanno notizie certe dell'Eremo Grotta di Sant'Angelo fin dal 1221 quando una Bolla di Papa Onorio III, confermava la chiesetta in Palombaro nei possedimenti del vicino Monastero di San Martino in Valle.
Di seguito la spiegazione sulla Grotta - Eremo di Sant'Angelo di Palombaro:
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia