(ASI) Lettomanoppello (Pe) - Nell'ambito del nostro viaggio fra i luoghi in Abruzzo legati agli antichi riti ctonei mistici-ancestrali dell'Incubatio e dell'Ablutio che sono successivamente stati ripresi dalla religione cristiana nel corso della Tarda Antichità /Alto Medioevo (periodo di transizione fra l'Età Antica e il pieno Medievo), il nostro viaggio continua sempre sulla Maiella, montagna madre, sacra per i popoli italici che abitavano questa terra, sempre sul suo versante orientale marrucino lungo il tragitto del Tratturo Montesecco - Centurelle, ma questa volta in Provincia di Pescara, e più precisamente a Lettomanoppello, sul cui territorio c'è la Grotta Sant'Angelo.
I LUOGHI DEI CULTI CTONEI SULLA MAIELLA PESCARESE
Prima di entrare nello specifico, bisogna fare delle premesse generali sul culto di San Michele Arcangelo in Italia, la cui diffusione si manifesta soprattutto durante il periodo longobardo.
L’episodio che segna il legame dei Longobardi con San Michele Arcangelo risale all’8 maggio del 663, quando a Siponto, nella zona del Gargano, furono sconfitti i mussulmani saraceni.
La vittoria cristiana venne attribuita al provvidenziale intervento di San Michele Arcangelo che ha un suo santuario già dalla fine del V secolo proprio sul Gargano. Così, da quel momento, i Longobardi, nominarono San Michele Arcangelo patrono del regno, prendendo sincretisticamente il posto di Wotan/Odino, antico Dio della guerra germanico e del Marte romano.
La presenza dei luoghi di culto di San Michele Arcangelo, alle pendici dell'Appennino centro - meridionale, è strettamente connessa non solo alla colonizzazione longobarda del territorio, ma anche ai tratturi della Transumanza, dunque alla fioritura e allo sviluppo del mondo agro - pastorale.
Infatti, l'Arcangelo Michele in Abruzzo ha sincretisticamente preso il posto di divinità legate alla fertilità della terra e delle greggi, "ruolo" ricoperto nella Prisca Religio dalle Gran Madri Italiche, e poi successivamente collegato a Cerere dopo la definitiva unione fra italici e romani nel periodo tardo repubblicano e infine, in epoca imperiale a Cibele, la Gran Madre cosmica, il cui credo era di fatto diffuso pressoché in tutto l'impero.
Inoltre, simbolicamente, nel mondo agro - pastorale appenninico, San Michele Arcangelo ha preso il posto di Ercole, anch'egli semidio guerriero a cui erano consacrate le grotte, luogo di culto e di rifugio dei pastori e diverse fonti d'acqua sacra.
Sul versante pescarese della Maiella orientale, oltre alla Grotta Sant'Angelo di Lettomanoppello al confine con Roccamorice, ci sono le grotte dedicate all'Arcangelo a Caramanico Terme, al confine fra Bolognano e San Valentino in Abruzzo Citeriore, e a Tocco Casauria che saranno prossime tappe del nostro viaggio esperenziale magico - religioso fra i luoghi dei culti mistici alle pendici della Maiella.
LA GROTTA SANT'ANGELO DI LETTOMANOPPELLO
Incentreremo il nostro approfondimento sulla Grotta Sant'Angelo di Lettomanoppello sugli studi effettuati dallo Storico dell'Arte Giuseppe Ferrante, ed in particolare sul suo recente saggio "Tracce Longobarde sul Territorio di Lettomanoppello: il culto di San Michele Arcangelo" (pag. 7-9).
La Grotta (larga 20 metri e lunga 8 metri) è sita lungo le sponde del Torrente Sant'Angelo, fra Lettomanoppello e Roccamorice, sul lato lettese. L'ampia cavità rocciosa custodisce la statua di San Michele Arcangelo, copia dell'originale che è attualmente custodita nel Museo delle Genti d'Abruzzo a Pescara, dopo essere stata rubata, e poi ritrovata dalle forze dell'ordine.
Nell'area prospiciente, sono state individuate testimonianze di attività cultuali fin dalla Preistoria e i resti di un tempio di culto addossato alla parete rocciosa che, secondo le testimonianze sulle fonti raccolte, almeno fino al XVIII secolo era in funzione.
Qui i Lettesi andavano in processione l'8 maggio e l'arciprete celebrava una messa in onore di San Michele.
L'8 maggio, non a caso, è il giorno della vittoria dei Longobardi sui Saraceni sul Gargano, proclamato perciò "dies festus".
Infatti, esistono alcune analogie fra la Grotta di San Michele a Lettomanoppello e quella sul Gargano che possono far considerare l'antro rupestre naturale lettese dedicato al culto di San Michele, un luogo di culto indicato come “ad instar Gargani”.
IL CULTO DI SAN MICHELE A LETTOMANOPPELLO: CARATTERISTICHE
Sulle caratteristiche del culto micaelico a Lettomanoppello, la nostra fonte di riferimento è sempre il suddetto lavoro di ricerca svolto dallo storico dell'arte di origine lettese Giuseppe Ferrante (pagine 9-13).
(ASI) Il culto di San Michele a Lettomanoppello è legato a una credenza popolare raccontata allo storico Edoardo Micati alcuni decenni fa da due anziani del paese. Nella Grotta di Sant'Angelo ci sarebbero le impronte lasciate dai cavalli del carro che riportò come per magia la statua dell'Arcangelo nell'antro, dopo che l'autorità religiosa di Chieti aveva deciso di spostare la statua in paese.
Oltre alle impronte dei cavalli del Santo, a testimoniare la presenza dell'Arcangelo nell'antro, sempre il Micati ha raccolto il racconto degli anziani lettesi che parlavano di una cosa che sembrava come un "tappezzato di cuscino" che i fedeli che vi riposavano dicevano fosse il letto di San Michele, dove praticare l'antico rito dell'Incubatio e ricevere in sogno messaggi dalla divinità, come d'altronde sul Gargano.
La presenza di oggetti sacri "pignora" legati al culto micaelico, segni tangibili della presenza del Santo, sono delle caratteristiche che accomunano la Grotta lettese di San Michele Arcangelo, con quella più famosa sul Gargano.
Un'altra caratteristica che accomuna la Grotta del Gargano con l'antro rupestre di Lettomanoppello, è il culto delle acque sacre con il rito dell'Ablutio, cioè la purificazione dello spirito e del corpo tramite l'immersione in fonti consacrate alla divinità che in questo caso è Fonte Garzillo in territorio di Roccamorice.
Inoltre, la presenza di altri elementi fisici come il bosco, la distanza dal centro abitato e la posizione in altura, sono altre caratteristiche che accomunano la Grotta di Lettomanoppello a quella sul Gargano.
Infine, possiamo dire che il culto di San Michele è pressoché ovunque nell'Italia centro - meridionale legato all'antico culto tradizionale italico - romano di Ercole, di cui l'Arcangelo ha sincretisticamente preso il posto per quanto riguarda la divinità di rifermento per i riti legati alla prosperità delle attività agro - pastorali che ricominciano a maggio.
Non a caso, fino alla prima metà del Novecento, era tradizione dei partepastori radunare le pecore nei pressi della grotta per la benedizione e l'inizio dell'attività pastorale, non più basata sulla Transumanza Abruzzo - Puglia, ma sulla Monticazione, con la migrazione del bestiame dai pascoli intorno al paese verso quelli appenninici.
Il sito del culto micaelico di Lettomanoppello, come ci ha detto l'Assessore Comunale al Turismo Arianna Barbetta "è una delle tappe del Cammino di Celestino del Parco Nazionale della Maiella e uno dei siti promossi dall'associazione nazionale Città delle Grotte, inserito inoltre nel progetto "i luoghi sacri dell'Arcangelo Michele" del centro culturale studi storici", dunque deve solo essere conosciuto maggiormente, perché ci sono tutte le premesse per il suo decollo turistico.
A tal proposito, è intenzione della Giunta Comunale del Sindaco Simone D'Alfonso, promuovere il sito e riproporre da quest'anno la tradizionale processione alla Grotta Sant'Angelo dell'8 maggio.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
N.B.: le foto ci sono state cortesemente concesse per l'articolo dall'Assessore al Turismo del Comune di Lettomanoppello Arianna Barbetta.
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