Lugherà, l'antica Lucera (cittadina pugliese della provincia di Foggia), ospitò per alcuni decenni nel XIII secolo una folta comunità islamica: nel paese, che sorgeva su feudi della famiglia Hohenstaufen, si parlava arabo e si pregava in moschea.
Come è possibile che nel Medio Evo più profondo si sia verificata una simile situazione?
Lo abbiamo domandato a Luca De Netto, autore del saggio Federico II di Svevia : Rivoluzionario o conservatore? (Il Cerchio editore 2013) dedicato all'italianissimo imperatore tedesco nato a Jesi (AN).
Una Lucera musulmana: dottor De Netto storia o leggenda?
Storia. Alcuni saraceni catturati in Sicilia furono deportati nel foggiano, nell'antica Lugherà. Qui, anziché essere prigionieri, furono liberi di vivere secondo le loro usanze e di professare il loro credo.
Fu Federico II a concedere questa possibilità?
Esattamente. Federico destinò loro alcuni feudi nei quali i musulmani (che costituivano la guardia personale dell'imperatore, nda) avevano possibilità di vivere e lavorare, dedicandosi sia alle coltivazioni sia all'allevamento equino, selezionando anche una pregiata specie di cavallo.
Lucera primo caso di integrazione tra islamici e cristiani. E' storicamente esatto?
No, non del tutto. Già nella Sicilia normanna si erano registrati casi di convivenza con arabi che svolsero addirittura attività di consiglio presso la corte cristiana.
Un'esperienza straordinaria che tuttavia non durò a lungo...
La morte di Federico certamente non fu di buon auspicio per il futuro di Lugherà; ma il vero colpo di grazia arrivò con gli Angioini che si sbarazzarono rapidamente dell'insediamento musulmano.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia