(ASI) Nell’estate del 1974 una sparuta minoranza di giovani menti fiorentine fonda a Parigi, dove per merito di Alain de Benoist era già nata la Nouvelle Droite, un giornale differente, controcorrente e rivoluzionario: La Voce della Fogna.
A 50 anni di distanza una sparuta minoranza di menti fiorenti non più giovani ma disincantate dalla politica dei partiti di regime liberal-liberisti-capitalisti tenta l’azzardo: riportare in vita - sottoforma di romanzo - la storica rivista che ha segnato più di una generazione di aspiranti rivoluzionari o semplici sognatori.
Il promotore del progetto, lo scrittore Pierluigi Felli autore di oltre 50 romanzi, dà così vita all’eterogeneo gruppo degli Aristoratti dove, come nella migliore tradizione della destra radicale italiana si trova di tutto: il monarchico e l’anarchico-fascista, il vecchio nostalgico e il giovane futurista, l’uomo d’ordine in giacca e cravatta e il descamisado, il fautore del progresso e l’ecologista intransigente che anela la vita nei boschi, e infine soprattutto l’anticomunista viscerale che vede nel rosso il male supremo da osteggiare e il difensore della tradizione europea che al contrario vede nel Capitalismoimportato dagli Stati Uniti d’America il vero avversario che sta subdolamente corrompendo ed inquinando l’esistenza di chi vuole ancora vivere non mettendo il profitto al primo posto. Tutti sognando un Walhalla su misura.
Alternando articoli vecchi di oltre 40 anni - ma che sembrano scritti oggi - a quelli realizzati appositamente per il volume su temi di stretta attualità viene fuori una via di mezzo tra un saggio storico-politico ed un romanzo. Con i protagonisti, gli Aristoratti stessi, consapevoli che ormai il tempo delle illusioni è passato e che con la nuova destra al potere - quella che solo negli ultimi 30 anni ha fatto innumerevoli giravolte promettendo tutto ed il contrario di tutto preparando il terreno per il lavoro sporco fatto poi dalla sinistra o dai tecnici – oggi non hanno più nulla a che fare.
Deluso, ma non sconfitto per l’epilogo della vicenda, il gruppo da una parte se ne farà una ragione – non è la prima volta che perdono e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima – dall’altro sarà già pronto a ripartire per una nuova utopia con una certezza: nonostante la propaganda di regime questo non è certo il migliore dei mondi possibili e battersi, ognuno con i propri mezzi e le proprie possibilità, per crearne uno diverso e più a misura d’uomo è anche un modo per ritrovare quella giovinezza “che si fugge tuttavia”.
La squadra degli Aristoratti con questo tomo ha voluto, comunque, non solo omaggiare l’unicità della Nuova Destra di quegli anni, ma anche raccogliere un testimone lasciato nel 1929 da I Dieci guidati da Filippo Tommaso Marinetti, primi in Italia a sperimentare quella forma di romanzo, scritto a più mani, che a sinistra chiamano collettivo e a destra chiamiamo comunitario.
Gli Aristoratti, Numero 32: Romanzomaggio alla Voce della Fogna, pagg. 344, 20,00 euro,https://amzn.eu/d/8qNWMIB