Oltre al Segretario Generale, hanno presenziato alla conferenza stampa: Isabella Lapi (Direttore Regionale per i Beni Culturali e Pesaggistici della Toscana), Eugenio Giani (Presidente del Consiglio Comunale di Firenze), Alessandra Marino (Soprintendente Soprintendenza per i Beni architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le provincie di Firenze, Pistoia e Prato), Cristina Acidini (Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze), Alessandra Bandini (Ente Cassa di Risparmio di Firenze), Antonio Natali (Direttore della Galleria degli Uffizi), Riccardo Spinelli (Curatore della mostra dedicata al Gran Principe Ferdinando de’ Medici, che è appunto l’esposizione allestita nelle 17 sale di cui sopra s’è detto e che si presenta a parte).
LA CONSEGNA DEI NUOVI SPAZI
Quasi che l’apertura di nuovi ambienti rappresenti un appuntamento fisso di ogni mese di giugno e un regalo alla città in occasione della festa del suo Santo Patrono, anche quest’anno il Cantiere dei Nuovi Uffizi ha fatto progredire i lavori, consegnando nuove aree espositive al museo e rendendone maggiormente fluidi i percorsi interni. Si tratta della prosecuzione delle cosiddette “sale rosse” dedicate alla “Maniera moderna”, inaugurate nel giugno 2012, e degli ambienti retrostanti.
Con il loro restauro si conclude la cosiddetta “infilata” costituita dalle stanze soprastanti il loggiato e ubicate nel corridoio di ponente del primo piano. Affacciate direttamente sul piazzale degli Uffizi, le sale si snodano dall’ambiente insistente sul voltone di via Lambertesca, per concludersi con l’accesso al Verone. Gli altri ambienti consegnati, retrostanti all’infilata, fruibili attraverso un percorso autonomo e parallelo fino alla confluenza nel Verone sull’Arno, ospitano la mostra temporanea dedicata al Gran Principe Ferdinando. Due eventi di assoluto prestigio, ospitati in ambienti connotati da un diverso aspetto cromatico, che apparirà più evidente dopo lo smontaggio dell’allestimento temporaneo. Se nell’ ‘infilata’ sul piazzale – dice la Soprintendente Alessandra Marino - la dominante è data ancora dal cremisi di medicea memoria presente sulle grandi “quinte” che celano le apparecchiature tecnologiche, nelle sale retrostanti, dietro i colori dell’allestimento temporaneo, trionfa il bianco luminoso di uno splendido intonachino lisciato a mestola, ritrovato con infinita pazienza e restaurato con una tecnica analoga a quella del restauro pittorico, salvando persino le tracce materiali della grande abilità delle maestranze del passato, ed anche quei piccoli segni della vita che in questi ambienti si svolgeva”. “Così - sottolinea la Soprintendente Marino, anche a nome del Direttore dei lavori, architetto Marinella del Buono - un intero piano dei cosiddetti ‘Uffizi corti’ sarà finalmente libero da interferenze fra cantiere e museo, entrambi sempre attivi per unanime decisione”.
LE SEI NUOVE SALE DELLA “MANIERA MODERNA”
Si completa oggi l’allestimento delle sale dell“infilata” di Ponente, coerenti con il percorso inaugurato un anno fa con le cosiddette “sale rosse” del Cinquecento.
Dopo l’area di sosta, che segue l’ampio spazio dedicato ai dipinti di Raffaello, come già annunciato le nuove sei sale ospitano, nell’ordine, le opere di artisti attivi a Roma nella prima metà del Cinquecento (sala n. 68), di Correggio (n. 71), di Parmigianino (n. 74), di Giorgione e Sebastiano del Piombo (n. 75), di Tiziano (n. 83), di pittori lombardi quali Moroni, Lotto, Savoldo (n. 88). In totale si tratta di 39 opere pittoriche che trovano nuova, definitiva sistemazione negli ambienti ora restaurati.
“Si tratta di dipinti di altissimo rango - sottolinea la Soprintendente Cristina Acidini – che rappresentano al meglio il collezionismo perspicace dei Medici”.
“Le sei sale – dice Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – consentiranno a chi ha minore disponibilità di tempo un percorso più breve, che però vivamente auspico venga sempre meno preferito all’altro (più articolato e vario), dove saranno esposte creazioni d’altissimo tenore poetico (che sarebbe davvero disdicevole venissero reputate di rango inferiore). Bastino i nomi d’alcuni artefici: Dosso Dossi, Barocci, Tintoretto, Veronese, e via di seguito. Nella consapevolezza amara della diffusa (ma, grazie a Dio, non universale) aspirazione a entrare in Galleria per esser partecipi d’un rito collettivo di venerazione di poche reliquie, eleggeremo a nostra missione la ricerca di metodi e di sistemi per invogliare i visitatori ad addentrarsi nelle sale votate a testi figurativi ragguardevoli ma meno promossi dall’industria culturale”.
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