(ASI) Le vicisstudini raccontate da un immigrato in Italia Grazie, grazie mille Italia per aver permesso a molti di noi, di realizzare in parte i loro sogni. Molti di noi sono arrivati in questo bel paese con le mani vuote ed oggi, tutte le cose che possiedono, le devono in grande parte a questo bel paese accogliente.
Purtroppo alcuni di noi hanno scelto una strada sbagliata e si sono lasciati coinvolgere in atti delinquenziali come spaccio di droga, rapine, scippi, stupri ecc. La maggioranza di noi immigrati onesti e più orientati all’integrazione, è molto dispiaciuta per questi fratelli e sorelle immigrati che, con i loro atti incivili danneggiano tutti noi. Dai 500.000 immigrati censiti nel 1990, il numero è passato a poco meno di 5 milioni. Secondo l’ultimo rapporto annuale della Caritas, gli immigrati contribuiscono alla ricchezza italiana con un prodotto interno lordo pari all’11,1% e versano nelle casse dello stato circa 7 miliardi di contribuiti previdenziali e fiscali l’anno. Rappresentano il 10% dei lavoratori dipendenti italiani, mentre le imprese create dagli immigrati in Italia sono circa 3% di tutte le imprese in Italia. Oggi più che mai, gli immigrati costituiscono una forza produttiva ed intellettuale. È imperativo per le autorità italiane, adoperare una vera politica di integrazione. Purtroppo, dico purtroppo, la realtà italiana è un’altra cosa. Gli immigrati vengono semplicemente relegati in “seconda zona”. Vengono criminalizzati dalla destra, strumentalizzati dalla sinistra. Senza parlare dei mezzi di comunicazioni. Mass media che danneggiano quotidianamente gli immigrati. Basta vedere che genere di servizi vengono pubblicati. La facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università la Sapienza ha fatto una ricerca nei primi sei mesi dell’anno 2008 su come i mass media italiani trattano le informazioni sugli immigrati. In seguito è stato pubblicato un libro intitolato “ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media Italia”. Nella ricerca sono stati analizzati 5684 telegiornali andati in onda sugli immigrati: di essi ben 5658 hanno legato gli immigrati ai fatti di cronaca o al tema di sicurezza e solo 26 servizi hanno parlato d’altro. Questo genere di fare giornalismo si chiama criminalizzazione e strumentalizzazione e provoca solo paura tra la popolazione e xenofobia verso gli immigrati. Una politica razzista intrapresa già dalla formazione politica della Lega Nord e che rende la vita un inferno agli immigrati nelle città dove questa amministra. Un altro dato di fatto è il problema della cittadinanza. I figli degli immigrati nati in Italia non sono italiani, devono vivere ininterrottamente in Italia fino all’età di 18 anni. Nel frattempo sono dei “senza patria”. Il progetto di legge per riformare il diritto di cittadinanza voluto dal prematuro governo Prodi è stato semplicemente ignorato dal nuovo governo Berlusconi. L’immigrato operaio in Italia è ridotto alla sola forza lavorativa. Pochi sono i diritti riconosciuti. Sfruttati dai datori di lavori senza scrupoli nei vari lavori che svolgono. Se capitasse che il lavoratore extracomunitario di turno perdesse il suo lavoro al momento del rinnovo del suo permesso di soggiorno, la questura gli rifiuterà il rinnovo del documento. Esso diventerà clandestino e non importa se l’immigrato lavorava e pagava le tasse in Italia ininterrottamente da molti anni. Fa male ritrovarsi un giorno clandestino con un foglio di via, magari con 15 anni di contribuiti versati nelle casse dello stato. Una politica che non facilità l’integrazione. Nell’estate 2009, “l’international Labour Organization” aveva rimproverato l’Italia di essere l’unica nazione tra i 27 dell’Unione Europea a discriminare gli immigrati nel lavoro. D’altra parte, il terzo rapporto Inps – Caritas sottolineava che, a parità di mansioni, un extracomunitario percepisce uno stipendio di oltre un terzo inferiore rispetto agli italiani. L’operaio straniero vale meno anche da morto, basta vedere la sentenza choc di Torino dove, un operaio albanese mori sul lavoro ed il risarcimento è stato semplicemente ridotto. Ai parenti della vittima è stata offerta una somma inferiore dieci volte a quella che potevano avere i familiari di un italiano nello stesso contesto. Se l’immigrato operaio vive la sua quotidianità tra la sua lotta alla sopravivenza e l’integrazione, l’immigrato che ha studiato in Italia deve battagliare 10 volte più dell’italiano, per poter vincere un concorso oppure avere un lavoro dignitoso. Un laureato immigrato extracomunitario anche con 110 e lode, viene sempre minimizzato nel suo luogo di lavoro. Se nei paesi come per esempio la Francia o l’Inghilterra si possono vedere immigrati che non hanno nemmeno una decina di anni di residenza, diventare avvocati, giornalisti famosi, conduttori televisivi, operatori finanzieri, banchieri, medici nei grandi ospitali ecc, in Italia rimane ancora un sogno. La situazione è talmente difficile per gli immigrati in Italia che, avere un lavoro come commesso(a), magazziniere o cassiere in un super mercato è visto come un lavoro di lusso e colui che lo svolge è giudicato fortunato. Che miseria!!! La stramaggioranza degli immigrati in Italia tra cui anche molti laureati nelle Università italiane sono impiegati nei lavori agricoli, muratori, lavapiatti, badanti, camerieri. Sono lavori molto umili e che sono purtroppo non provvisori ma definitivi. Questa è la realtà! Chi non può accettare quella situazione che sia laureato(a) o no, ha una sola possibilità: scappare. Ecco perché molti immigrati, ma anche molti italiani stanno abbandonando il bel paese. Se per un italiano la situazione è già difficile, figuriamoci per un’ immigrato venuto da lontano senza nessun sostegno reale in loco. Nonostante molti abbiano voluto vivere in questo bel paese che li ha accolti e gli ha dato tanto, molti immigrati lasciano a malincuore il bel paese. Sono per lo più quelli che hanno tanti sogni nel cassetto e rifiutano la situazione di schiavi moderni nella quale vivono “imprigionati”. Oggi, molti immigrati in possesso della Carta di Soggiorno, cercano una vita migliore in altri paesi più ospitanti dell’Unione Europa. Ritorneranno in Italia solo come turisti e per usufruire di quello che l’Italia ha saputo offrire di meglio al mondo: le sue ricchezze naturali ed ambientali, la sua cucina , gelato, pizza e coronando il tutto con un buon vino. Forse ho sbagliato nella mia analisi, ditemi voi! Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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