(ASI) Lettere in redazione. Il convegno Terra Rossa Sangue Italiano, curato da Associazione culturale Triskelion e da Rinascita Universitaria e previsto per il 9 Febbraio prossimo, cercherà di spiegare le motivazioni alla base dell'opera mistificatoria e denigratoria condotta per anni contro il ricordo degli italiani di vittime delle violenze di Tito.
A pochi giorni dall'evento un articolo di giornale svilisce la tragedia vissuta da migliaia di italiani, usando toni e parole da lasciare interdetti.
Di seguito una lettera inviata in redazione, secca replica all' editorialista di Spoleto on Line Ubaldi, autore dell'editoriale.
'Nelle foibe alcune centinaia di fascisti'. Agghiaccianti dichiarazioni di un giornalista umbro
Come ormai noto alla maggior parte degli italiani, il 30 Marzo del 2004 il 10 Febbraio è stato istituito (in termine di legge) quale Giornata del ricordo, in memoria degli italiani di Istria e Dalmazia assassinati dalle milizie titine tra il 1943 e il 1945.
Legge appunto, che pare però non avere valore per l’editorialista di Spoleto on Line Daniele Ubaldi il quale, il 3 Febbraio scorso, così ricordava la tragedia che ha colpito i suoi connazionali negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale:
"(...)è cosa buona e giusta RINGRAZIARE e chiedere scusa a tutte le comunità di etnia slava, a cominciare dai serbi, dai croati e dalla popolazione istriana che, a fronte di vent'anni di soprusi volti alla pulizia etnica - divieto dell'uso della propria lingua madre, imposizione dell'italiano nelle scuole e negli uffici pubblici, italianizzazione dei cognomi, snazionalizzazione delle popolazioni autoctone, epurazione dei posti di lavoro sostituendo mano d'opera locale con italiani immigrati, scorribande delle squadracce nelle città e nei villaggi per scoraggiare qualsiasi ribellione, per finire con veri e propri campi di concentramento verso la fine del delirio nazi-fascista - SI LIMITARONO all'uccisione, nel settembre del '43, di alcune centinaia di fascisti, nazisti, slavi collaborazionisti, ustascia e cetnici, colpevoli di gravi crimini di guerra contro i civili. Costoro furono processati, passati per le armi e quindi infoibati."
(Editoriale di Daniele Ubaldi, http://www.spoletonline.com del 3 Febbraio 2012)
Parole tristi, inutili, apologia di un eccidio che costò la vita non solo a fascisti, come scritto da Ubaldi, ma a civili inermi ed estranei alla politica, nonché a partigiani, questi ultimi assassinati perché non in linea con il Maresciallo Tito. Emblematico esempio, a questo proposito, la fine della brigata cattolica Osoppo di Porzus, trucidata dagli uomini di Mario Toffanin (comandante ‘garibaldino’ legato all’Armata popolare di Jugoslavia) per aver rifiutato di sottomettersi al IX Corpus Sloveno.
L’articolo reca, in fondo alla pagina, alcune fonte alle quali Ubaldi avrebbe attinto per realizzazione del ‘pezzo’: Indymedia (sito dei no global), ANPI (associazione che raccoglie i partigiani comunisti), cnj.it (coordinamento nazionale per la Jugoslavia), fonti certo poco neutrali ed obiettive, che non hanno permesso al giornalista una ricostruzione storica corretta della presenza italiana in Istria e Dalmazia, terre per secoli parte della Serenissima, dal sangue ed identità pregni di cultura italiana.
E’ cosa buona e giusta informarsi, analizzare e confrontare una documentazione più vasta prima di rendere pubbliche simili castronerie, ma soprattutto è necessario evitare atteggiamenti ossequiosi nei confronti di serbi, croati e bosniaci, il cui passato remoto e prossimo è stato spesso segnato da incivili ed immonde azioni di pulizia etnica, contro italiani e contro i loro stessi fratelli.
Rinascita Universitaria Perugia