(ASI) Non aveva finora mai detto le reali spiegazioni del suo addio lo fa adesso da campione d’Italia. Andrea Pirlo si gode il suo terzo scudetto in carriera, ma il primo con la Juve.
E’ il secondo anno di fila (dopo quello del 2003/04), ma ha un sapore diversissimo. L’anno scorso la sua stagione fu falcidiata dagli infortuni e soprattutto da Allegri. Il tecnico livornese, infatti, non lo apprezzava per il suo gioco e, come ha detto Pirlo, preferiva davanti alla difesa Van Bommel o Ambrosini. I due milanisti sono giocatori di tutto rispetto, ma sono diversi da Pirlo, Ambrosini è un classico mediano, grintoso e intelligente, mentre Van Bommel è un’imponente diga, un ottimo incontrista, ma non è un regista, che illumina il gioco con passaggi precisi da tutte le angolazioni. Per giunta i due rossoneri sono del 1977, mentre Pirlo del 1979, quindi persino più giovane, ma Allegri riteneva che ormai non potesse essere più incisivo e che se voleva ritagliarsi un posto, doveva cambiare, mettersi a fare un mediano. Andrea, da uomo elegante di poche parole, rispose che preferiva andarsene e con il silenzio di Berlusconi e Galliani, decise di andare alla Juve per vincere.
Molti suoi compagni lo presero per pazzo, poiché la Juve veniva da due settimi posti, squadra con organico misero, incapace di ritornare ai grandi livelli, con leggende sui terribili campi di Vinovo e più con la testa al passato che al futuro. C’è comunque un uomo, che ha creduto in Pirlo e gli ha dato la fiducia e le chiavi del centrocampo: Antonio Conte. I due si conoscevano bene per essere stati avversari e la stima del nuovo mister, più la vicinanza di due amici decaduti dall’Olimpo del calcio come Buffon e Del Piero, hanno dato ad Andrea nuovi stimoli. In più il nuovo tecnico si distinse per la sua meticolosità e per cui il regista ha speso tali parole: “Ho avuto tanti allenatori ma mai uno così preparato e meticoloso nel lavoro, nello spiegare le cose. Dal punto di vista tattico e didattico è perfino più bravo di Ancelotti e Lippi”.
Dal 4-2-4, al 4-3-3, fino al 3-5-2, ma Pirlo sempre a illuminare il gioco, a ripartire a dettare i tempi per una stagione da incorniciare e che ha ridato la rivincita alla Juve e soprattutto a lui, che ha manifestato a Trieste con le lacrime la sua immensa gioia personale e non. Tutti gli ex compagni del Milan gli hanno mandato un sms, mentre Berlusconi, Galliani e soprattutto Allegri hanno mantenuto un eloquente silenzio, che rende, però, Pirlo decisamente allegro e speriamo che diventi euforico considerano ancora due competizioni che lo attendono a breve con la maglia bianconera e azzurra.