(ASI) La regina d’Italia tocca il suo trono. Sono passati sei lunghi anni e al giro di boa la Juve di Conte raggiunge il primato, imbattuta. L’ultima volta ci riuscì Capello, anche se quello scudetto è ancor oggi filtro di veleno. A Bergamo, dove nel 1997 la Juve si aggiudicò il 24esimo scudetto, la squadra di Conte ha dettato legge e per un’ora ha posto sotto assedio la porta del bravo Consigli.
Barzagli ha preso un palo da una mischia in area, Vidal una traversa sfoderando da tre quarti un tiro micidiale e Vucinic ha impegnato un paio di volte il portiere atalantino, con Matri sempre nei paraggi. Ma a sbloccare la partita è stata un’incursione di testa di Lichsteiner, con un cross di mastro Pirlo, che come segnò alla prima di campionato così chiude con l’ultima del girone di andata. Juve sempre padrona, nonostante i cambi Marchisio per Giaccherini e Pepe per Marrone, tanto che proprio i due subentrati hanno confezionato un pregevole 2 a 0, con un passaggio filtrante del ragazzo classe 1990 all’ex Cesena che ha concluso con un preciso tiro al volo.
E’ un titolo provvisorio anche se 9 volte su 10 ha visto confermare la detentrice, è una prima festa che segna i progressi rispetto ai due precedenti anni disastrosi; a differenza però del Milan, che ha in Ibraimovich un totem e un trascinatore, supportato anche da un super Boateng, la Juve fa della squadra la sua forza, in 11 difendono e in 11 attaccano, non ci sono galacticos o fuori classe, salvo ovvio il genio di Pirlo, ma le incursioni di Marchisio, la grinta di Vidal, la precisione di Lichsteiner, i colpi di Matri e Vucinic e naturalmente san Buffon hanno fatto sì che il popolo juventino potesse tornare a gioire, registrando l’imbattibilità e la miglior difesa. Ovviamente non bisogna cullarsi sugli allori, il cammino è ancora molto lungo e già la settimana che arriva registra due impegni importanti i quarti di Coppa Italia con la Roma e l’importante sfida casalinga contro l’Udinese di Di Natale, ma Conte lo sa bene e il gruppo ha capito che quel sogno che ancora non diciamo è un po’ più vicino. La Juve c’è, attende almeno due rinforzi per un altrettanto e magari più emozionante cammino che, si spera, porti dove tutti gli juventini desiderano e sognano
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