PERUGIA (ASI) – Se provassimo ad esercitarci con i sillogismi e provare come Aristotele a dimostrare che il calcio è un bellissimo gioco, che quindi sottostà a delle regole, ma che insieme a queste opera anche un qualche tocco di magia e irrazionalità, non ne usciremmo vivi. Quindi occorre partire da un presupposto certo: il calcio è un gioco. Da questa stessa affermazione sono partiti ieri sera a Perugia, durante un incontro organizzato nell’ambito di Immaginario Festival 2011, Arrigo Sacchi, Serse Cosmi e Ilario Castagner, per provare a raccontare la loro utopia del calcio, il sogno oltre la cruda realtà del calcio giocato.
Nel dibattito sono intervenuti anche l’Assessore Regionale allo Sport Fabrizio Bracco, Roberto Renga giornalista sportivo umbro di nascita e romano di adozione, e Giuseppe Smorto, tastiera e penna di primo ordine delle rubriche sportive di Repubblica.it.
In platea tifosi di calcio e del Perugia tutti con le orecchie tese per cogliere i segreti di tre grandi allenatori che a modo loro hanno un contributo decisivo alla storia del calcio contemporaneo.
Dalla discussione è emerso chiaramente come, anche per i giornalisti, la vera utopia è tornare a parlare di calcio giocato, oltre le polemiche, oltre i tribunali sportivi, oltre “iragazzihannogiocatounabuonapartita”. “Gli allenatori - ha detto Sacchi-, devono avere la possibilità e il coraggio di criticare serenamente la propria squadra, oltre il risultato. Anche se abbiamo vinto 2 a 0 ma abbiamo giocato male, io devo dire che qualcosa non è andato. Per me l’utopia è sempre stata dare un gioco alla squadra. Sulla base di quello sceglievo i giocatori, affidabili e seri, che sapessero essere funzionali a quel mio schema mentale”.
Per Ilario Castagner la vera utopia oggi è “Ritrovare Presidenti come D’Attoma, una persona paziente che ha creduto in un progetto e mi ha lasciato fare in vista di un risultato che poi c’è stato. Oggi purtroppo i tifosi alla fine della partita guardano subito la classifica e sulla base di quella giudicano.” La filosofia del tutto e subito è uno scoglio che ha dovuto affrontare anche Serse Cosmi e non nasconde la difficoltà che si incontra nel mediare tra le voglie delle dirigenze societarie e il proprio progetto per la squadra. “Spesso nelle società mancano delle persone – spiega Cosmi -, che siano in grado di raccontare ai Presidenti il lavoro che un allenatore sta facendo. Non siamo mai al centro di un progetto, ma parte di esso e qualche volta ne siamo schiacciati”.
L’utopia è quindi trovare una società che sia all’altezza, preparata e paziente e che sappia investire sul settore giovanile senza cercare talenti costosissimi in giro per il mondo. “Le squadra italiane – ha spiegato Sacchi – hanno snaturato il gioco del calcio che è propositivo per definizione, noi invece abbiamo in mente la difesa e la ripartenza in contro piede. Non è questo il bel calcio”. E non lo è nemmeno quello di una squadra che ruota intorno al grande solista: “Il gioco non va mai fuori forma e non si infortuna mai” – chiosa Sacchi.
L’Udinese può vincere il campionato? “Dopo il Perugia dei miracoli e dopo il Verona di Bagnoli credevo non fosse più possibile che una squadra cosiddetta provinciale potesse vincere uno scudetto”. – ha commentato Castagner. “L’avvento delle televisioni e degli sponsor ha creato un baratro economico importante fra le società, ma sono pronto a ricredermi. Ad esempio quest’anno l’Udine ha un gioco fantastico e chissà, in più non possiamo dimenticarci il Chievo che è da 10 anni in Serie A”.
Durante l’incontro è stato anche presentato il libro di Roberto Renga “Ho ballato con Mandela”, una storia del calcio raccontata da chi da anni la vive in primissima linea. Anche Renga ha una sua utopia: “Ritrovare una cultura del calcio, sia noi giornalisti che agli addetti ai lavori, dovremmo sapere guardare oltre i tabellini e seguire un fine più alto, il divertimento e il piacere del gioco”.
Prima di andare via siamo riusciti a strappare una battuta ad Arrigo Sacchi Quale partita rigiocherebbe se ne avesse la possibilità? “Italia – Repubblica Ceca all’Europeo. Quella nazionale è la migliore che abbia mai giocato”.
Intervista a Sacchi