(ASI) ROMA – Il primo gol della sua avventura giallorossa, era stato strozzato da una maglia tolta ed un cartellino giallo che, sommato a quello preso 5’ prima, gli aveva precluso le porte del derby.
Mattia Destro sembrava non riuscire ad uscire da un tunnel fastidioso che rendeva la sua vita giallorossa, un’odissea. Poi Pescara e la luce finalmente. Erano passate da poco le 15,00 quando quel pallone sulla punizione di Totti respinta da Perin, si era offerto a lui come il più succulento dei pasti. Un bomber di razza si vede da queste cose, dal fatto che l’occasione buona non se la lascia scappare. E così è stato… Nessuno si sarebbe mai immaginato che quel gol dopo una manciata di minuti all’Adriatico, si sarebbe poi trasformato in un gol da tre punti e nel lasciapassare di Mattia Destro per la sua gloria romanista. Adesso si sprecano gli elogi, lui già promette di ripetersi a Siena contro il suo recentissimo passato; potenza di una palla che gonfia la rete: d’improvviso le ombre della panchina e di un anno gettato al vento si sono dissolte, come trascinate via da un vento di colpo divenuto dolcissimo. E giù con le dichiarazioni d’amore di Destro verso la Roma e dei romanisti verso questo ragazzone poco più di ventenne che ad un certo punto era stato forse caricato di una responsabilità più grande di lui che pure piccolo non è. Adesso Zeman può forgiarlo a suo piacimento chiedendogli movimenti che solo lui sa far fare agli attaccanti. E come già successo per Lamela, il buon Mattia può trasformarsi da baco a farfalla, per la gioia sua, di chi l’ha comprato e dei tifosi della Roma, pronti a veder rinverditi i fasti di quegli attaccanti DOC che hanno in passato vestito la casacca giallorossa e per cui, fino ad un paio di settimane fa, il paragone con Destro sembrava irriverente.
Fabio Marracci - Agenzia Stampa Italia
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