(ASI) Il Grifone è animale rapace e imprevedibile. Quando sembra indebolito e attaccabile, è capace di colpi d’ala improvvisi, con cui si sottrae al bersaglio degli inseguitori e toglie loro sicurezze importanti.
A Gavorrano il Grifo è tornato a volare e lo ha fatto con autorevolezza, nel momento più difficile e forse anche più inaspettato. Novanta minuti di sostanza e di coraggio, con il plotoncino dei giovani a guidare l’arrembaggio con lo spirito giusto: intraprendenza ed equilibrio, il coraggio di fugare le streghe forse troppo frettolosamente dipinte sul cielo della squadra, eppure manifestatesi dopo lo 0-0 insensato con la Vibonese.
Una partita saggia, quella di oggi, che gli uomini di Battistini non avrebbero potuto disputare in questo modo se non avessero saputo, in nemmeno cento ore, riacquistare la fiducia nei propri mezzi, un po’ smarrita ultimamente. Sarà anche stata questione di modulo, con il 4-4-2 più equilibrato per la trasferta in casa della squadra più prolifica del girone (ben 52 gol fatti, di cui la metà dal capocannoniere Fioretti).
Sarà che l’assenza di Tozzi Borsoi (infortunio in rifinitura) ha costretto la squadra a cercare la manovra, le fasce, il gioco senza palla e gli incroci continui tra Moscati, Margarita e Ferri Marini che non hanno dato punti di riferimento al Gavorrano. Sarà che molti grifoni apparsi sgonfi nelle ultime settimane, oggi sono tornati d’incanto ad esibire il loro repertorio migliore, quello della prima parte della stagione: Benedetti e Ferri Marini su tutti, e non solo per i gol decisivi da loro segnati.
Tutto vero. Ma noi riteniamo che oggi abbia comandato la testa e i grifoni abbiano vinto la partita, insieme al loro condottiero Battistini, prima di scendere in campo. Concentrati e sicuri, lucidi e determinati, cinici e cattivi sotto porta. Tutto vero, i tifosi biancorossi non ci potevano credere. La risposta arrivata da Gavorrano è di quelle che davvero possono decidere una stagione. Il Perugia balbettante e sfilacciato visto ultimamente si è svegliato e ha ripreso la marcia. Il Catanzaro ha vinto solo nel finale; il Lamezia è caduto a Chieti, nonostante l’ennesimo rigore a favore.
Tutto risolto? L’esperienza dice che bisogna tenere i piedi per terra, tutti. Non erano diventati asini nelle ultime giornate, non sono tornati fenomeni oggi, i grifoni. Semplicemente, chiamati alle loro responsabilità senza potevi sfuggire, hanno dato una risposta fondamentale e confortante. Da uomini veri, per usare un’espressione retorica abusata - ma non ne troviamo un’altra che renda meglio ‘idea. E da giocatori vincenti, cioè mentalmente pronti, anche nei momenti di difficoltà, a gestire efficacemente la responsabilità di vincere in una piazza come Perugia.
Tutto questo è piaciuto tanto quanto il risultato, perché è arrivato un segnale forte a tutto il campionato: chi pensava che il Perugia fosse in disarmo, dovrà rivedere i propri calcoli. Qualcuno sostiene che ha giovato alla tranquillità dei grifoni il chiarimento sui futuri assetti societari che c’è stato in settimana, con il gruppo Moneti-Santopadre che subentrerà a quello capeggiato da Damaschi. E’ molto probabile che le certezze su chi deciderà strategie e futuro, abbiano portato chiarezza e tranquillità in tutto l’ambiente.
Ma una percentuale, almeno una percentuale, e non irrilevante, della reazione di “cuore e cervello” che hanno avuto i biancorossi, noi crediamo davvero che sia merito solo loro e di chi li ha guidati. Ecco perché la promozione non sfuggirà a questa squadra. Da stasera ci sbilanciamo. Ci piace vincere facile?
Daniele Orlandi Agenzia Stampa Italia