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(ASI) Adesso il pericolo è che al Perugia prenda la paura. Gli uomini di Battistini mostrano il loro peggior repertorio nel giorno in cui, dopo la caduta di Catanzaro, erano chiamati a dare un segnale chiaro e in equivoco di inversione di marcia.

E’ bastata una Vibonese determinata e ordinata, ancorché modesta, per imbrigliare la squadra del Grifo, apparsa estranea totale rispetto a quella brillante della prima parte di campionato e parente vicina, ma molto più malmessa, di quella balbettante del 2012.

Nessuna idea, nessun rispetto delle regole elementari del calcio gioco di squadra: niente sovrapposizioni, cambi di ritmo, movimento senza palla, inserimenti da dietro, ricerca degli spazi, velocità. Ma neppure nessuna iniziativa dei singoli a illuminare con qualche sprazzo al match. Neppure di quelli che hanno i numeri giusti per azzeccare il risultato con qualche giocata: né Clemente sui calci piazzati; né Borgese e poi Benedetti con qualche assist dal mezzo del campo; né Moscati, Ferri Marini e Margarita capaci, in altri tempi, di percussioni sulle e dalle fasce in grado di spaccare le difese avversarie. E se chi ha i mezzi non tenta la giocata, vuol dire che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di eventualmente sbagliare. Questo succede quando viene meno la fiducia nelle proprie possibilità, ed è appunto prioritariamente su questo aspetto che si dovrà lavorare a partire da oggi.

Possibile che in una sola partita si sia visto tutto e solo il peggio? Come mai? Battistini parla di un calo fisico; Damaschi invita i suoi giocatori a non farsi prendere dal timore di non farcela. Entrambi, invocano qualche ora di tempo per riordinare le idee e studiare il modo migliore per affrontare la situazione. Per dimensioni e durata, la flessione della squadra deve seriamente occupare, se non preoccupare, chi la gestisce sul piano tecnico e societario. Il Perugia si è rimangiato il cospicuo vantaggio che aveva fino a qualche settimana fa e, adesso, il tandem calabrese che insegue è appaiato solo due punti sotto il Grifo. Ma sia Catanzaro che Lamezia hanno una partita in meno: quindi, a voler giocare sul calcio virtuale (che per fortuna è altra cosa da quello reale) potenzialmente il Perugia sarebbe terzo, fuori dalla zona-promozione diretta dopo tantissimo tempo.

Insomma, è arrivata la scadenza, per i grifoni, di fare la revisione generale, di ricaricare le pile e tornare a credere nei propri mezzi. Gli avversari continuano ad andare a tutto gas, ma il Perugia può e deve fare la corsa solo su se stesso. Il problema è che deve farlo bene e alla svelta, perché il campionato è entrato nel vivo e già domenica c’è la trasferta di Gavorrano. I toscani, a dimostrazione del loro gran momento di forma, oggi hanno vinto a Pagani con due reti del bomber Fioretti per 4-3, dopo esser stati sotto per 1-3! Un cliente scorbutico, che già all’andata, nell’altro momento di flessione del Grifo, impattò al Curi. Ma il Perugia, se è il Perugia, non può permettersi di aver paura di nessuno. Non degli avversari e neanche, e soprattutto, di se stesso.

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