(ASI) Perugia. Regole ferree, arroganza od esibizionismo? No, solo una misura inevitabile per il rispetto di regole minime di civiltà ed intelligenza che il pubblico sembra non voler accettare. Spegnere (non silenziare) spontaneamente i cellulari è regola scontata per chi proviene dalla musica classica o da un certo grado di convegnistica.
Il cantautore registra come atteso il gran completo, con platea sold out e gradinate piene.
Nel Restaurant gourmet oggi capitanato dal patron Rodolfo, dove possiamo salutare molti amici e personalità, il jet set perugino ed oltre è quasi al completo, con presenze provenienti dal mondo della politica, industria, cultura, università.
Un “antiporta” musicale in stile Lucas anticipa i musicisti. Sfondo rosso e vestiti neri, offrono un forte impatto e restituiscono una sensazione tra il demoniaco e il funebre.
I musicisti attaccano con immediatezza e la voce è subito inconfondibile, trascinata ma non stanca, morbida, solo apparentemente rauca, connotata da una costante sottesa melodiosità e che non tradisce gli anni anagrafici.
Un Blues - Country tradizionale che perfettamente fonde chitarre e voce e da cui emerge sostanzialmente un frequente Recitativo. E’ apprezzato dal pubblico per i suoi temi intimi e romantici. Un intimismo che effettivamente pervade la serata e che conferma le migliaia di pagine di critica già scritte. L’ importanza dei testi e la loro natura danno merito ad un concerto di apertura che festeggia i 50 anni della propria storia.
I toni salgono così al Blues-Rock, sfruttando con perizia tecnica i ritardi musicali, che danno forniscono una sensazione di incedere e di anelito al pubblico, per molti inconsapevolmente. Una certa ripetitività, del “menestrello” rock, tuttavia con l’andare del concerto si avverte. Un'evoluzione ritmica si avrà solo successivamente con l’introduzione di contrattempi e sincopati. Timbricamente un violino afono, che conferma la modalità country e popolare irlandese, si compenetra con la voce, che ritorna su toni riflessivi. Il concerto propone un'interpretazione di sintesi, matura, che guarda al passato e che appare come una rielaborazione da “fine carriera”. Ciò è confermato dai toni caldi, morbidi di un Blues non aggressivo e sempre tonale, che oscilla tra tonalità maggiori ma soprattutto minori. Un concerto che ha lasciato molto spazio alla parte strumentale e che ha saputo fornire con equilibrio momenti attesi, come l’uso dell'armonica a bocca del cantautore nel finale e addirittura di un momento di ciò che tecnicamente è definita ironia o comicità musicale (Haydn).
A 50 anni per i 50 anni di Umbria Jazz ho conosciuto Bob Dylan.
Giuseppe Marino Nardelli - Agenzia Stampa Italia