(ASI) Per tutta la durata del festival, il programma prevede alle ore 18,30, alla Sala Raffaello dell'Hotel Brufani (Sina Brufani), un concerto di Veronica Swift, che canta in gruppo con il trio di Benny Green (Benny Green - piano, David Wong – contrabbasso, Aaron Kimmel – batteria).
Concerto con assaggio finale di formaggi (sontuosi).
Si tratta di un concerto jazz come vorremmo che fossero tutti, nel senso che è l'ambiente in cui vorremmo godere quotidianamente della musica: poche persone, la possibilità di vedere in faccia chi canta e chi suona, di ascoltarne la voce senza la necessità di amplificazione (che comunque c'è), di sentirne il respiro.
Concerto di classe, con la sala con posti a sedere tutti occupati, in cui la giovane (25 anni) e pluripremiata cantante statunitense, in abito nero elegante, canta alcuni standard classici, in un repertorio fruibile a tutti. Figlia d'arte, sia da parte di padre (pianista con Chet Baker), sia di madre (grande voce jazz).
Una decina i brani in tutto, per poco più di un'ora di pura classe.
Inizia il concerto il trio, che esegue impeccabilmente due classici del jazz.
Per la cronaca, il Prof. Benny Green (anni 56) ha un curriculum di spessore, che lo ha visto suonare, tra gli altri, con Art Blakey's Jazz Messengers.
Il sui ultimo disco (Then and now, 2018) ospita proprio Veronica Swift come vocalist.
Poi viene introdotta la cantante.
Voce bellissima, perfettamente a suo agio sia con le tonalità alte sia quando si tratta di interpretare canzoni sussurrate. Gran bella voce, di spessore.
Di lei vediamo anche il gioco continuo con il pianista e gli altri strumentisti, tra accenni, smorfie, sorrisi, ammiccamenti, facce tra il buffo ed il sorpreso.
Con grande sorpresa assistiamo ad un omaggio a Luigi Tenco, Mi sono innamorato di te, in un italiano per nulla stentato, forse pensato per accontentare il pubblico italiano, anche se lei tiene a precisare che si tratta di uno degli autori che ama di più. Ed, a mio parere, ha ragione.
A chiudere il concerto, dopo un'ora di musica elegante, viene chiamata sul palco la madre della cantante, dalla voce straordinaria, con la quale le due eseguono un duo vocale perfetto, in cui la madre si diverte, a tratti, ad imitare la tromba in sordina.
L'impressione è che sentiremo ancora parlare di questa giovane, magari in concerti ben più importanti.
Buona fortuna.
Carlo Ambrogi per Agenzia Stampa Italia
* Foto di repertorio