In questo luogo mistico, sito al confine fra Abruzzo e Molise e fra le province di Chieti e Isernia, dove studiosi, curiosi, appassionati e fedeli possono venire a rendere omaggio agli antichi Déi del luogo, abbiamo incontrato Nicola Mastronardi (1959) di Agnone (Is), laureato in scienze politiche, scrittore, giornalista e autore di programmi televisivi per la Rai, membro dell'Accademia dei Georgofili di Firenze per gli studi storici sulla civiltà pastorale appenninica che ha pubblicato, tra le altre opere, i romanzi storici Viteliú e Figli del Toro, ambientati in area sannitica nel I secolo a.e.c., allorché le tribú italiche di stirpe osco - sabella che vivevano alle pendici dell'Appennino, si riunirono a Corfinio nel 90 a.e.c. per fondare la Lega Italica e conquistarsi col sangue la cittadinanza della Res Publica contro una parte intollerante di Roma.
Così, proprio all'epoca, usi e costumi, riti e culti ancestrali tipici della cosiddetta nazione antropologica italica, ossia dei popoli italici che vivevano alle pendici dell'Appennino Centrale (una vasta area che va dai Monti Sibillini fino all'Appennino Molisano, passando per gli altri rilievi e gli altipiani abruzzesi), confluirono definitivamente nella Nazione Politica Italica che nasce con la concessione della cittadinanza da parte della Res Publica Romana dopo la Guerra Sociale del 90/88 a.e.c., e il successivo giuramento di fedeltà dei popoli italici ad Ottaviano Augusto, la cosiddetta "Coniuratio - Italica", configurando le basi della cosiddetta
Nazione Italiana Invertebrata, con una doppia anima, quella universalistica (o Romana) e quella particolaristica (o Italica).
A tal proposito, i romanzi storici di Nicola Mastronardi, Viteliú e Figli del Toro, su cui si vorrebbe anche fare una serie televisiva, contribuiscono in maniera importante a far conoscere questo periodo poco noto della storia della Penisola, fondamentale per la nascita dell'identità storico - culturale collettiva italiana che va promossa e tutelata.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia