(ASI) Il 22 aprile, Giornata mondiale della Terra, Il WWF ha condiviso il suo report in cui certifica la drammatica condizione in cui tutto il mondo attualmente si trova. I dati che sono stati presentati sono un elenco dei numerosi problemi di carattere ambientale che, se trascurati, sono destinati a cambiare immutabilmente il pianeta e dunque il futuro di tutti.
Nello specifico, il WWF dichiara che il 75% della superficie terrestre non coperta da ghiaccio è già stata considerevolmente alterata, la maggior parte degli oceani è inquinata e più dell’85% delle zone umide è andata perduta. Le specie attualmente minacciate di estinzione sul pianeta sono 1 milione e il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è 1.000 volte superiore a quello naturale.
Inoltre, in un altro report, il WWF ha comunicato che il mondo ha perso più di due terzi della fauna selvatica. Si tratta di un ecocidio, come lo definisce il direttore del WWF internazionale Marco Lambertini: “Stiamo assistendo alla distruzione della natura da parte dell’umanità. Per 30 anni abbiamo visto la caduta accelerare e continua nella direzione sbagliata”.
Secondo il Living Planet Index, uno strumento di riferimento pubblicato ogni due anni dal WWF, tra il 1970 e il 2016 il 68% di questa fauna è scomparso e la causa principale risulta essere la distruzione degli habitat naturali, soprattutto per l’agricoltura, tendenza che inoltre rischia di favorire nuove pandemie del tipo Covid-19: mettendo in contatto uomo e animali si agevola la trasmissione di virus da specie a specie.
La presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, ha giustamente allertato la tragica condizione e ha esortato al cambiamento: “Nel mezzo di una pandemia, è più che mai importante intraprendere in tempi brevissimi un’azione globale coordinata per arrestare e invertire entro la fine del decennio la perdita di biodiversità”.
Il WWF nei report chiarisce che gli aspetti economici, ambientali e sanitari sono tutti connessi poiché la natura è essenziale per l’esistenza umana ed è proprio su di essa che si basano economia, sicurezza alimentare, riduzione degli impatti dovuti agli eventi naturali, acqua potabile, salute e medicine.
La perdita della fauna selvatica minerà il raggiungimento della maggior parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile Onu. La biodiversità ha un valore economico che dovrebbe essere riconosciuto nei sistemi contabili nazionali: il WWF ha stimato che il costo mondiale sarà di almeno 479 miliardi di dollari all’anno.
Per risolvere molte delle problematiche elencate, i cambiamenti che il WWF propone sono: rendere la produzione e il commercio alimentare più efficienti ed economicamente sostenibili, ridurre gli sprechi e favorire diete più sane e rispettose per l’ambiente. Sono regole che abbiamo più volte sentito ma che difficilmente si instaurano nel pensiero collettivo.
A confermare la perdita della fauna causata dal peggioramento delle condizioni ambientali è anche il Global Risks Report 2022 del World Economic Forum. Pubblicato l’11 gennaio 2022, il report rivela che i primi cinque rischi che aggravano le condizioni del pianeta e che il mondo deve affrontare sono tutti di carattere ambientale. Questi includono: “la lentezza nell’azione climatica”; “gli eventi meteorologici estremi”; “la perdita di biodiversità”; “la crisi delle risorse naturali”; e “danni ambientali causati dalle attività umane”.
Tommaso Maiorca - Agenzia Stampa Italia