(ASI) Oltre alla crisi economica troviamo un dato meritevole di attenzione cheriguarda l’andamento delle nascite a dir poco preoccupante: i nati in Italia nel 2021 per la prima volta scenderanno sotto la soglia dei 400mila. Questo sta a significare un lento e probabilmente inesorabile declino demografico del nostro Paese, un fenomeno ben noto ma non per questo meno grave e urgente e che, tuttavia, non è irreversibile se venissero attuate delle politiche a favore del sostegno economico.
Si è espresso così il Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica in merito a questa incresciosa faccenda: Gian Carlo Blangiardo, è chiaro: “Il sistema politico e quello economico devono muoversi per tempo, altrimenti la prospettiva per l’Italia non è solo l’invecchiamento generale della popolazione, di cui si parla tantissimo ma alla fine sembra che non sia un vera emergenza, ma anche un serio rischio per la nostra economia”.
I dati Istat rivelano questa prospettiva: “I nuovi nati in Italia dal 2014 sono in forte calo. Nel 2020, l’anno orribile della pandemia, si è arrivati a 404mila, e secondo le valutazioni il 2021 si chiuderà entro una fascia di 385-395mila nascite. È un trend negativo in atto da tempo, ma questo ulteriore calo possiamo dire che sia effetto della seconda ondata della pandemia di ottobre-novembre dello scorso anno”.
La popolazione italiana già da due anni ha sfondato al ribasso la soglia dei 60 milioni, e ora si avvia rapidamente verso i 59 milioni, se i numeri continuano di questo passo. Con il passare del tempo la popolazione rischia diperdere la sua forma iniziale: nonostante l’aspettativa di vita alla nascita di circa 80 anni, 400mila nascite sono compatibili con una popolazione che nel lungo periodo si ferma a poco più di 30 milioni, non di 59 come è adesso.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia