(ASI) La scorsa settimana sono stati intravisti strani figuri provenienti dal passato aggirarsi sull’Appennino tosco-emiliano: legionari lungo la Flaminia militare che partendo da Bologna, passando per Brento Monzuno, Madonna dei Fornelli, Monte di Fò, il Trebbio, Olmo, Fiesole sono arrivati a Firenze.
Ma chi sono? Da dove vengono e dove vanno? Sono rievocatori dell’Associazione Decima Legio che dal 12 al 18 settembre hanno percorso il tracciato della Flaminia Militare.
Ma cos’è La Flaminia Militare? Fu scoperta circa 40 anni fa da Franco Santi e Cesare Agostini. Era la strada che collegava l’antica Bonomia (Bologna) a Faesulae (Fiesole) e Arretium (Arezzo) costruita dai legionari romani nel 187 a.C. Col tempo venne abbandonata e cadde in disuso. La sua costruzione è contemporanea alla via Emilia voluta dal console Marco Emilio Lepido ed aveva come scopo quello di istituire una rete stradale (insieme alla via Emilia) per permettere collegamenti veloci con Ariminum e Arretium, rendere sicuri e stabili i territori emiliani e romagnoli dopo la conquista ai danni dei Celti e controllare la dorsale appenninica occupata dalle tribù liguri. Però col tempo perdette progressivamente importanza per il consolidarsi della presenza romana nei territori emiliani e con l’affermarsi di Florentia su Arretium nel versante toscano, venendo meno la sua utilità militare. Poi durante il Medio Evo fu utilizzata dai numerosi pellegrini del tempo che la utilizzavano come variante alla via Francigena.
La Flaminia collegava Bologna ad Arezzo passando per i crinali dell’appennino forse scendendo lungo la valle della Sieve e risalendo l’Arno fino ad Arezzo. Nell’agosto del 1979 Franco Santi e Cesare Agostini, appassionati archeologi originari di Castel dell’Alpi, si misero alla ricerca della strada basandosi sulla conoscenza dei luoghi e su testimonianze orali. Nell’agosto del 1979 riportarono alla luce un tratto di basolato nascosto sotto uno strato di circa 60 cm composto da terra e foglie accumulatesi nei secoli alle pendici del monte Bastione. Il nome di Flaminia Militare oltre a distinguerla dalla via Flaminia è dovuto all’ipotesi che venisse utilizzata per il transito veloce delle legioni tra Fiesole e Bologna. Nel corso degli ultimi 35 anni sono stati individuati vari tratti di basolato per un totale di 12 km, principalmente ad alta quota sopra i 1000 metri. Proprio questa caratteristica del tracciato potrebbe essere la causa dell’abbandono date le evidenti problematiche dei mesi invernali.
Chi sono i legionari che intraprendono il cammino? “Fanno parte dell’associazione DECIMA LEGIO” mi spiega il dott. Cascarino , “nata nell’ambito delle attività della Società Italiana per gli Studi Militari Antichi che si propone di studiare e ricostruire l’esercito romano repubblicano del periodo compreso tra le guerre puniche e le conquiste di Giulio Cesare: appena 200 anni ma fondamentali per la storia di Roma.
Il periodo repubblicano della storia di Roma è sempre stato trascurato dal mondo della ricostruzione storica: ciò è dovuto principalmente al fatto che la rievocazione e ricostruzione storica dell’esercito romano non sono nate in Italia ma in paesi (Inghilterra, Francia e Germania) in cui l’esercito romano ha lasciato le tracce più significative dal punto di vista archeologico ed iconografico, anche se limitatamente al periodo imperiale. La ricostruzione del periodo repubblicano è interessante non solo per la valorizzazione del contesto ambientale e culturale italiano, in cui ancora oggi luoghi, città e vestigia storiche testimoniano un periodo fondamentale per la storia di Roma e dell’Italia.
Per arruolarsi nella Decima legio bisogna essere in buona salute, avere tra i 17 e 75 anni d’età, coltivare un interesse profondo per la storia romana repubblicana e possedere una buona dose di spirito di sacrificio. Non esistono comodità e vantaggi: si dorme in tenda anche quando fa freddo e si mangia quello che mangiava un legionario di Scipione o di Cesare, si lavora e si montano le guardie, si marcia e si combatte tutti dal primo all’ultimo. Non consigliamo quindi l’adesione a quanti vengano attratti soprattutto dall’aspetto estetico (armi ed uniformi) o propagandistico (forza e onore) perché ne resterebbero presto delusi.
La Decima Legio ha sede a Roma ma conta amici e legionari in tutta Italia che si ritrovano direttamente sui luoghi degli eventi. Gli armamenti e gli equipaggiamenti sono organizzati direttamente da noi cercando di riprodurli nel modo più fedele possibile utilizzandoli in modo da comprendere le modalità e le logiche del loro effettivo utilizzo.
Quando incontriamo il pubblico, spettatori o passanti, suscitiamo una grande simpatia, curiosità e spesso la gente vuole conoscere meglio la nostra attività. Abbiamo anche la convinzione che la nostra storia non venga insegnata abbastanza nelle scuole, ed in particolare che la storia romana risenta di luoghi comuni e cliché cinematografici che spesso si allontanano dalla realtà a fini di spettacolo, mentre meriterebbe riflessioni utili anche per la vita dei nostri tempi.
Per avere maggiori informazioni siamo raggiungibili sul sito: www.decimalegio.it e su Facebook con la pagina Decima Legio.”
Allora tutti in marcia!
Vorrei ringraziare il dott. Cascarino ed il dott. Pavesi per avermi fornito la documentazione utile alla stesura dell’articolo.
Donatella Arezzini per Agenzia stampa Italia.