Sì, l’amore muove il sole e le altre stelle: “Forza venite gente” al Lyrick di Assisi è stato molto più di un musical.

(ASI) Perugia - Un tuffo nel XIII secolo. Periodo storico di forte rinnovamento della Chiesa in cui un giovane di nome Francesco, nato ad Assisi e figlio del ricco mercante Pietro Bernardone, decise di spogliarsi delle sue ricchezze e dedicare la propria vita al prossimo.

In molti conosciamo la storia di San Francesco d’Assisi, in pochi sanno metterla magistralmente in scena come hanno saputo fare gli attori diretti da Ariele Vincenti in un sabato sera di maggio al teatro Lyrick di Assisi.

“Forza venite gente” è una commedia musicale che quest’anno festeggia i suoi 45 anni e che accende con pacata leggerezza, ma potente, intensa spiritualità religiosa i riflettori sui momenti salienti della vita di Francesco d’Assisi. Luci che guidano lo spettatore anche verso la riflessione sul ruolo genitoriale di un padre che si trova a dover abbandonare le proprie aspettative riversate nel figlio.

Per questo, se è vero che il protagonista dello spettacolo teatrale è il Santo assisiate, è pur vero che un ruolo predominante è affidato al padre, Pietro Bernardone che, dopo un lungo e doloroso percorso interiore, dovuto all’incapacità di comprendere la scelta di suo figlio Francesco, capirà, solo alla morte di quest’ultimo, la grandezza del cammino voluto da colui che ancora oggi è ricordato a livello internazionale.

La sofferenza di questo padre affiora nella parte finale dello spettacolo, quando Francesco è ormai morto e Bernardone dialoga con se stesso: “Da piccolo era un discolo, è andato in guerra, l’hanno fatto prigioniero e proprio in galera è cominciato tutto. Dopo due anni che era morto, l’hanno fatto Santo. Ma un padre come fa a capire prima che il figliolo che gli gira per casa è un Santo? Come si distingue un uomo da un Santo? Forse la coscienza fa la differenza, le parole, i gesti, i fatti e gli esempi: tutto per amore del prossimo.L’amore per il prossimo, il più difficile che c’è. Francesco, San Francesco, ed ora mi vanto, lo incontro tutte le notti in sogno e lui canta beato in mezzo agli Angeli. Finalmente un giorno ci starò anche io vicino a Lui a cantare”.

San Francescoha lasciato a suo padre e a tutti noi un grande esempio di umanità che continua ad essere sempre attuale,a dispetto del tempo che passa: il rispetto per l’altro che è tanto diverso da noi, ma è imperfetto proprio come noi. Del resto chi è senza peccato scagli la prima pietra. Gli esseri umani, così diversi tra loro, eppure così uguali perché segnati dallo stesso destino: polvere eravamo e polvere torneremo.

La paura della morte è il nostro comune denominatore. Ma San Francesco di essa non aveva timore tanto da chiamarla “Sorella Morte”. Non è un caso se il suo “Cantico di frate sole”, scritto in volgare per poter toccare i cuori della maggior parte delle persone, è ancora oggi considerato non solo un vero e proprio capolavoro della letteratura italiana, ma anche un manifesto di una possibile corrispondenza tra Dio, Creato e Uomo che accoglie con serena accettazione sorella Morte.

Questa solidarietà e umano amore, che dovrebbero legarci per renderci più forti, sono state le note che hanno accompagnato gli spettatori che hanno riempito l’intero teatro ad Assisi. Altrimenti non sarebbe potuto essere data la profondità del messaggio che porta con sé questa commedia musicale.

Non è un caso che a fine spettacolo gli attori abbiano chiesto alla platea di poter contribuire con donazioni alle attività svolte dall’Associazione “Andrea Tudisco” in onore di quel bimbo che a soli 10 anni non è riuscito a sconfiggere la leucemia.

“La nostra compagnia - ha spiegato l’attore Michelangelo  Nari - cerca di mettere in pratica il messaggio francescano dell’amore per il prossimo, per questo sosteniamo l’Associazione ‘Andrea Tudisco’ con sede a Roma. Andrea, che si trovava all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, chiese a sua madre di aiutare i bimbi ricoverati con lui e le rispettive famiglie, molte delle quali venivano da fuori e non potevano permettersi tante piccole e grandi comodità”.

Dalla sofferenza possono nascere grandi azioni di amore rivolte all’altro. Per questo, anche in memoria del proprio figlio, i genitori di Andrea nel 1997 hanno fondato questa associazione a sostegno di tutti quei bambini e le loro famiglie, provenienti da tutta Italia e dal mondo, che si trovano a dover affrontare il duro e doloroso percorso della malattia. L’associazione,grazie al contributo volontario dei suoi membri, li accoglie gratuitamente. Offre laboratori ludico-didattici e clownterapia ai piccoli pazienti. Fornisce un servizio di accompagnamento gratuito agli ospedali e supporto psicologico-sociale-legale.

Come direbbe Andrea, per fare una buona azione bisogna gettare un seme che se ben seminato e curato diventerà vita e crescerà. Ognuno di noi è capace di farlo. Del resto anche un oceano è il risultato di infinite gocce d’acqua.

Ulteriori informazioni sono reperibili nel sito https://www.assandreatudisco.org/

“Forza venite gente” è stato messo in scena per la prima volta da Mario Castellacci nel 1981, con Michele Paulicelli che al tempo interpretò il ruolo di San Francesco. Lo stesso Paulicelli che qualche giorno fa è salito sul palco del Lyrick visibilmente emozionato a spettacolo concluso. Attorno a lui si sono strettigli attorie il corpo di ballo composti da Giulia Gallone, Michelangelo Nari, Mauro Mandolini, Giulia Cecchini, Luca Bacci, Benedetta Iardella, Alessandro Dal Molin, Sofia Zanetti, Agelsa Vladi, Eugenio Alba, Giorgia Bitocchi, Asia Passerella, Francesca Bosco e Anthony Dezio.

La bravura di questi artisti ha convinto il pubblico odierno tanto quanto accadde durante la rappresentazione messa in scena nel 1991 sul sagrato della Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi.

Nel sito https://forzavenitegente.it/è possibile acquistare i biglietti degli spettacoli che si concluderanno il primo giugno a Cagliari.

 

Benedetta Orsini Federici - Agenzi Stampa Italia

 

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