"Sono nato e vivo a Roma ma, sin dall'adolescenza, ho iniziato a frequentare assiduamente le splendide montagne abruzzesi per praticare l'alpinismo, lo sci-alpinismo e la speleologia. Di professione faccio il giornalista e amo la ricerca storica. Quindi ho unito la passione per la montagna con la curiosità per la memoria dei luoghi. Dopo molti anni di amicizia (abbiamo casa di famiglia a Pescocostanzo), alcuni conoscenti locali hanno iniziato a raccontarmi degli episodi dei tempi della Seconda Guerra Mondiale. Così, tra lunghe passeggiate di ricognizione alle trincee e approfondite ricerche negli archivi, mi si è aperto davanti un mondo quasi inesplorato. Mi sono reso conto che la Linea Gustav era praticamente sconosciuta, eppure quella barriera difensiva realizzata sfruttando al meglio l'orografia della Maiella era rimasta insuperata nella tratta abruzzese (gli Alleati riuscirono a sfondare il blocco tedesco, con sanguinose battaglie, solo sulle due zone costiere ad Ortona e a Cassino). La Linea Gustav fermò l'avanzata anglo-americana in Italia per più mesi della successiva Linea Gotica, eppure quest'ultima è comunemente molto più conosciuta. Tutti hanno sentito parlare dell'eccidio di Marzabotto, pochi di quello di Pietransieri (frazione di Roccaraso). E solo di recente, anche grazie alla visita a Casoli del Presidente Mattarella il 25 aprile del 2018, si è evidenziato il fatto che l'Abruzzo - e in particolare la Maiella - sono stati la "culla" dei primi nuclei di Resistenza in Italia. Per evidenziare questa ricchezza culturale, che unisce storia e natura, ho deciso di sintetizzare una decina di itinerari in un piccolo libro da infilare nello zaino per andare a scoprire le trincee ancora esistenti in quota. Il libro, stampato in proprio, è stato distribuito al solo prezzo di costo perché l'intento era quello di diffondere il più possibile la conoscenza. Con quattro ristampe è andato esaurito e ora sarebbe giunto il momento di una seconda edizione, perché nel frattempo ho scoperto molte altre cose".
2) Quali finalità ha la sua opera?
"Mira ad accrescere la sensibilità nei confronti di queste tracce della memoria bellica, per quanto tragica e legata ad un periodo "oscuro" con indicibili sofferenze. Mi sono impegnato a farlo in un modo originale: accompagnando le persone in una scoperta diretta sul campo, che ancora oggi garantisce forti emozioni in uno scenario naturale incomparabile. Sulla Linea Gustav sono state pubblicate diverse guide e tracciati alcuni itinerari, ma il tutto sempre limitato ai siti ufficiali (paesi, monumenti, sacrari) e al fondovalle. Eppure lassù ci sono ancora le trincee, dunque perché non invitare a mettere gli scarponcini per raggiungerle? Il mio lavoro - con il censimento Gps e la documentazione fotografica di centinaia di postazioni - vuole essere anche uno stimolo nei confronti delle istituzioni e delle comunità locali, per segnalare le enormi potenzialità della Linea Gustav dal punto di vista di un turismo consapevole, rispettoso e fuori stagione, magari proveniente anche dall'estero (superando la miope, impattante e consumistica mono-cultura sciistica). Un'occasione, dunque, per offrire nuove opportunità lavorative ai giovani e contrastare la fuga e lo spopolamento dei paesi. Per questo negli scorsi anni ho presentato il libro nella sede del Parco Nazionale della Maiella - che ha patrocinato la pubblicazione insieme alla Fondazione Brigata Maiella - ed ho fatto un tour di incontri che ha toccato Sulmona, Castel di Sangro, Roccaraso e Palena. Qualcosa, forse, ha iniziato a muoversi".
3) Come si potrebbero usare ai fini storici e turistici le tracce dei reperti bellici che affiorano ancora oggi dal territorio?
"Sicuramente per un racconto in presa diretta degli avvenimenti, per "toccare con mano la storia". Per far riflettere sulla follia della guerra mentre, un passo dietro l'altro, si sale sino a quegli scarni muretti di pietre, a quelle grandi buche nei boschi che furono costretti a scavare - tra violenze e privazioni - gli abitanti del posto rastrellati a forza dagli aguzzini nazisti. Da lassù, facendo correre la mente, si possono immaginare i rossi bagliori all'orizzonte degli incendi dei tanti centri abitati che furono completamente distrutti per la barbara tattica della "terra bruciata". Ma la vista può spaziare lungo tutto il corso del Sangro e dell'Aventino, con i misteriosi Monti Pizzi di fronte, sino al lontano luccichio del mare. Oppure si può provare a salire anche in pieno inverno, tra le sferzate di neve ghiacciata sulle creste, in condizioni simili a quelle che videro gli stessi soldati tedeschi lasciati soli a morire congelati nelle postazioni. La Linea Gustav può essere un'ottima occasione per pensare ad un turismo diverso, ad un "escursionismo della memoria" che può avere ricadute positive su tutte le attività che offrono accoglienza e produzioni artigianali locali. Sulla scorta dell'esperienza del "Sentiero della Libertà" si può pensare ad un più intenso coinvolgimento delle scolaresche. Infine c'è la grande opportunità del Geoparco Unesco, che può essere legato allo studio dei rapporti tra la morfologia della Maiella e i campi di battaglia (tema approfondito in questi anni dall'amica geologa Adele Garzarella)"
4) Come intende sviluppare ancora di più la sua ricerca nei prossimi anni?
"Vorrei proseguire su due filoni paralleli. Il primo è quello di completare - ed estendere a zone limitrofe - il censimento e la documentazione delle postazioni, con la loro divulgazione sul web. Nel frattempo con un gruppo di appassionati abbiamo esteso la ricerca sul campo anche ai resti dei tanti aerei che sono caduti durante la Seconda guerra mondiale sulle vette della Maiella. È una ricerca avvincente, sia per i luoghi incredibili dove si svolge (in collaborazione con i Carabinieri Forestali) che per le vicende umane che riporta a galla, con i nomi degli equipaggi e i loro volti. Ma il secondo filone che vorrei perseguire è quello di rendere concreta la conoscenza della Linea Gustav. Per questo ho appena presentato al Presidente del Parco Nazionale della Maiella, Lucio Zazzara - che ha mostrato grande interesse e sensibilità su questa materia - una proposta per realizzare un sentiero sperimentale sul percorso tra la stazione ferroviaria di Palena e la vetta del Monte Porrara. Si tratta di un itinerario che è anche tappa dell'importante Sentiero Italia del Cai e che presenta un'ampia panoramica di postazioni: con un minimo investimento sarebbe possibile attrezzarlo con piccoli cartelli per segnalare la presenza delle trincee e per far scaricare sul proprio telefono cellulare agli escursionisti - attraverso dei codici Qr - testi informativi e di approfondimento da fruire sul posto. Questo progetto, considerata la vicinanza della stazione, potrebbe sviluppare delle sinergie con il treno storico gestito da Fondazione Fs. Ma il vero sogno, ancora in gestazione, è quello di dare vita ad un lungo "Trekking della Linea Gustav", dal Tirreno sino all'Adriatico, che possa unire le memorie di tre Regioni (Abruzzo, Lazio e Molise) e di una moltitudine di Comuni e comunità locali. Negli scorsi anni sono stati attivati dei tracciati, ma assai discontinui e spesso su strade asfaltate di fondovalle. Sarebbe bello e possibile, invece, seguire integralmente la linea tracciata dai tedeschi che corre in cima alle montagne. Si tratterebbe di un "Cammino della memoria" di sicura rilevanza internazionale".