(ASI) “Arte e fede: un binomio che accompagna la Chiesa e la Santa Sede da duemila anni, un binomio che anche oggi dobbiamo valorizzare maggiormente nell’impegno di portare agli uomini e alle donne del nostro tempo l’annuncio del Vangelo, del Dio che è Bellezza e Amore infinito”.
Lo ha affermato Papa Benedetto XVI il 25 ottobre 2012 a seguito della proiezione del film documentario “Arte e Fede – via pulchritudinis”, e oggi a distanza di cinque anni resta ancora indelebile il ricordo di quelle parole che rappresentano una sorta di fil rouge dell’intero magistero di Joseph Ratzinger, uomo di fede che ha insegnato a tutti la vera arte del vivere.
È proprio sul pensiero di Ratzinger riguardo l’arte e la bellezza che si sofferma il volume “Benedetto XVI. L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento” (edito da Fabrizio Fabbri Editore e Ars Illuminandi, 2017) curato da monsignor Jean Marie Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, membro della Penitenzieria Apostolica e fondatore di “Tota Pulchra”, e dal vaticanista Alessandro Notarnicola, e pubblicato in occasione del novantesimo compleanno del Papa emerito. Nato come un omaggio dell’Associazione culturale “Tota Pulchra” a Benedetto XVI, il libro – la cui prefazione è stata curata dal cardinale Angelo Comastri, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro – si presenta come un vero e proprio manuale d'arte grazie all'intervento dell'artista Bruno Ceccobelli che per la straordinaria occasione ha realizzato dieci tavole inedite che nascono da altrettanti interventi di Papa Benedetto XVI sull'arte e sulla via pulchritudinis. Il commento delle stesse è affidato al professor Mariano Apa.
Il libro attraverso le dieci meditazioni sull’arte condivise dal cardinale Joseph Ratzinger e dopo dal Papa ripercorre il magistero di Benedetto XVI aprendo una finestra storica anche sui pontificati dei suoi predecessori, dai primi Papi della storia ai Pontefici del secondo dopo guerra per poi giungere a Bergoglio che vede nella bellezza una via per incontrare il Signore. L’arte, come sostenne Benedetto XVI presentando il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica il 28 giugno 2005, a pochi mesi dalla sua elezione, “parla sempre, almeno implicitamente del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’icona per eccellenza: Cristo Signore”. Le immagini sacre, per Papa Benedetto, esprimono così lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, “tra la via veritatis e la via pulchritudinis”.
Elia Fiorenza per Agenzia Stampa Italia