Edifici antisismici. Intervista all'architetto Emiliana Caracci

terremoto3(ASI) Amatrice - Mentre le scosse sismiche nelle zone più colpite continuano più o meno frequentemente senza concedere serenità ai cittadini del Lazio e delle Marche, gradualmente la paura e il dolore lasciano un piccolo spazio alle riflessioni e al dibattito, a volte polemica. Molti degli edifici che erano stati considerati antisismici non sono risultati tali. Su tutti il caso della scuola elementare di Amatrice, appena inaugurata nel 2012, definito da molti vergognoso.

A quattro giorni dal sisma che ha provocato almeno 284 vittime e 388 feriti, secondo gli ultimi dati rilasciati dalla Protezione Civile, l'architetto e docente universitario Emiliana Caracci ha espresso qualche commento in merito alla natura degli edifici, in Italia e fuori.

Perché strutture costruite e giudicate da tutti antisismiche sono crollate anche questa volta come se non lo fossero?

Non è solo questione di criteri antisismici, è necessaria una perizia adeguata caso per caso. Spesso viene ignorato l'effetto suolo. Quest'ultimo varia a seconda della stratificazione del terreno, sebbene poi molto dell'impatto e dei danni sia dovuto anche al tipo di onde sismiche  e al loro modo di propagarsi, movimento ondulatorio, sussultorio etc...

In tal maniera diventa difficile identificare un metodo di costruzione univoco, ma va sempre valutato caso per caso, giusto?

Già, data la molteplicità delle condizioni sarebbero sempre necessari interventi appositi, teoricamente ben prima della costruzione di qualsiasi edificio, magari al tempo della progettazione.

Ma in fondo è una questione di ignoranza o palese negligenza? La costruzione della scuola "antisismica" era esito di diversi provvedimenti appositi...

Ignoranza no. Le nostre leggi sono ottime e complete. La componente negligenza è parecchio influente perché spesso queste leggi non vengono applicate. Vuole sapere un paradosso? Questi doverosi accorgimenti sono vecchi migliaia di anni. Gli antichi Romani sapevano che in determinate zone l'uso di differenti strati di sabbie poste sotto le fondazioni di un edificio consentivano di avere un ottimo ammortizzatore per i terremoti.                                                                                                                            Si potrebbe rimanere attoniti di fronte a quante cose previste dai criteri di costruzione non vengano poi effettivamente portate avanti e realizzate. Il direttore e il progettista dei lavori della scuola passeranno certamente dei guai...

Ma è un caso che costruzioni romane rimangano in piedi, mentre le più recenti, dal Medioevo in poi, crollino inesorabilmente? No, non è assolutamente strano. Gli uomini del Medioevo dimenticarono l'esperienza costruttiva dei romani. A volte basterebbe studiare e applicare umilmente. I Giapponesi hanno imparato molto da noi e sanno applicarlo...

L'esempio del Giappone è notevole.

Loro semplicemente usano un criterio. Oltre alle strutture scatolari, chiuse ed elastiche, le fondazioni vengono realizzate su basi sabbiose e vincoli a terra che impiegano molle in acciaio e teflon, quest'ultimo materiale capace di assorbire le fatiche alterne date da sollecitazioni esterne. Abbiamo le tecnologie per risolvere i problemi. Occorre usarle.

Quindi le nuove polemiche sono fondate?

Le polemiche sono aride. Chiacchiere. Bisogna fare, perché si può, ma forse non si vuole. E pensare che per certi versi l'adeguamento sismico degli edifici metterebbe in moto l'economia... Lunghi processi burocratici dal terremoto umbro del 1997, passando per quelli abruzzesi del 2002 e del 2009 fino al 2012...La costruzione della scuola era stata alla fine avviata solo dopo il sisma dell'Aquila. Questa ora non esiste più, insieme alle tante speranze che negli ultimi anni facevano pensare che qualcosa fosse cambiato, prima di piangere l'ennesima tragedia.

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia

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