Riflessioni sulla vittoria del “Brexit”

(ASI )Ebbene sì, malgrado tutti i peggiori auspici ed eventi, nati alla vigilia di questo referendum sull’uscita del Regno Unito dall’UE (primo fra tutti il delitto Cox), malgrado tutte le spinte per far vincere il “remain”, nonostante l’opinione pubblica sia britannica, sia internazionale stesse palesemente spingendo per mantenere il Regno Unito nell’UE, la “Brexit” ha vinto, ha vinto con un  margine esiguo, una vittoria risicata non certo un trionfo senza discussione: anzi il voto per la “Brexit” ha mostrato una volta di più come la Gran Bretagna sia divisa, e di come le spinte centrifughe siano vive (vedi Scozia e Irlanda del Nord), la “Brexit” ha vinto, nonostante a Londra, nella “City” abbiano prevalso i “Remain”, La Brexit ha vinto nonostante le minacce, le fosche previsioni sul futuro degli analisti politici ed economici e i fantasmi neri che gli eurocrati agitavano al fine di mantenere Londra all’interno dell’UE, La Brexit ha vinto nonostante Cameroon fosse favorevole a rimanere all’interno dell’Ue, ed ha vinto nonostante l’emozione generale suscitata dal delitto Cox.

A seguito di questo risultato il premier Cameroon ha annunciato le proprie dimissioni dimostrando in questa circostanza grande senso di responsabilità.

Ha vinto per tutta una serie di ragioni, anzitutto storiche e insite all’interno della mentalità Inglese, che si è sempre considerata (e in fondo, in effetti, lo è) un’entità che differisce sostanzialmente dal resto del continente Europeo per ragioni geostoriche, eppure è sostanzialmente e profondamente Europea, ma Europea non secondo i canoni di Bruxelles, ma secondo i canoni del mantenimento della propria identità, indipendenza, della propria sovranità e del proprio potere decisionale: a mio avviso si può affermare che con la vittoria della Brexit ha vinto l’Europa, quella vera, quella dei popoli e della sovranità nazionale, ha vinto l’orgoglio Inglese, ha vinto quell’Inghilterra, che in questo momento storico ha dimostrato di avere ancora orgoglio nazionale, nonostante la forza geopolitica sia diminuita per tutta una serie di ragioni rispetto al passato, essa è riuscita a resistere a tutte le pressioni esterne e interne, che hanno tentato in tutti i modi di modificare il risultato del referendum.

L’esito del referendum Inglese, ha dimostrato come al di là di tutto si sia trattato di un voto pienamente identitario, anche nelle regioni dove ha vinto il “Remain”.Più che un voto in favore dell’Europa, che viene da Scozzesi e Irlandesi, utilizzata per far valere paradossalmente la propria identità, è un voto a favore dell’Europa dei popoli e delle nazioni, un voto a favore dell’indubbia identità specifica di scozzesi e Irlandesi, che differenziandosi dagli Inglesi hanno optato per il “remain”, cosa che è avvenuta anche a Gibilterra.

E stata una disfatta degli Eurocrati di Bruxelles su tutta la linea.

In Irlanda del Nord si sta già preparando un referendum per unirsi a Dublino, così come in Scozia si sta preparando un referendum per rimanere nell’UE (In realtà una premessa d’indipendenza).

In conseguenza di questi eventi, perdono tutte le borse Europee, Londra perde meno, perché beneficia della svalutazione della sterlina (-4,42%), Madrid arriva nella nottata a perdere addirittura il 19%, ora perde circa l’undici per cento, Milano ora perde quasi il 10,7, mentre Parigi perde l’otto virgola quattro, Perde anche Francoforte -7,19, mentre volano l’oro e il Franco Svizzero’Euro perde anche nei confronti dei mercati d’oltre atlantico.

Un risultato molto espressivo in favore dell’Europa dei popoli, che sicuramente apre delle prospettive nell’intero continente Europeo, e mostra al di la di ogni dubbio,come questa Europa che si basa unicamente su un potere economico e finanziario presenti delle crepe visibilmente evidenti.

Dr. Antonio Cerina - Agenzia Stampa Italia

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