(ASI) “Dobbiamo trasformare un sogno in realtà. Anche una piccola squadra, con un grande cuore può battere i giganti” afferma Claudio Ranieri.
Nel 2015 il Leicester City di Nigel Pearson sembrava avviata a un’inevitabile retrocessione e un triste finale di stagione, oggi la squadra di Ranieri è diventata addirittura campione d’Inghilterra.
I Foxes non avevano mai vinto una Premier League in 132 anni di storia, il palmares del club conta solo tre Coppe di Lega.
Un precedente simile risale al 1978 quando il Nottingham Forrest allenato da Brian Clough riuscì a vincere la First Division (Premier League) un anno dopo essere stata promossa dalla Second Division. (Serie B)
Era da anni che una squadra ritenuta mediocre a inizio stagione non si trovasse prima in classifica dopo così tante partite: negli ultimi anni la Premier League è stata dominata da squadre ricche e blasonate come Manchester City e Chelsea e altre squadre appena un gradino sotto come Arsenal, Liverpool, Manchester United e Tottenham. La fortuna del Leicester è che non avrebbe mai avuto questo successo, se tutte le big inglesi non fossero incappate contemporaneamente nel loro peggior anno.
La svolta del club è stata quando nel 2010 Milan Mandaric vendette la squadra ad una cordata thailandese chiamata Asian Football Investiments guidata dalla King Power di Vichai Raksriakson, attuale presidente dei Foxes che la risollevò da problemi economici.
Con Ranieri la squadra ha iniziato a giocare in modo molto più organizzato, disposta con un solido e organizzato 4-4-2 che per segnare fa affidamento sulla rapidità dei contropiedi delle sue stelle Jamie Vardy e Rijad Mahrez. Il primo, attaccante rapido e letale sotto porta con uno spiccato spirito di sacrificio, il secondo, uomo-squadra più importante per Ranieri, considerato da tutti la chiave delle Foxes. Non dimentichiamoci dell’instancabile centrocampista N’Golo Kantè, giocatore dal grande senso della posizione, che lo rende onnipresente sulla linea mediana, con una visione di gioco e una intelligenza tattica fuori dal comune.
L’unione fa la forza. Una delle chiavi del loro successo è proprio questo, l’aiuto reciproco che i giocatori hanno l’uno con l’altro, c’è un’empatia che non si può spiegare. La squadra scende in campo seriamente in undici, appena un compagno si trova in difficoltà arriva subito qualcuno per dargli una mano, una sorta di comunione di fratellanza.
Claudio Ranieri ha lavorato sulla chimica del gruppo: preparazione atletica, tecnico-tattica e mentale, la bravura del tecnico italiano è stato quello nel trasformare un gruppo di giocatori in una vera e propria squadra, trasformare l’io in noi. E’ riuscito, non a far diventare fenomeni i suoi giocatori bensì consentirgli a tirare fuori quello che è il loro reale potenziale; la maggior parte degli atleti non riescono ad utilizzare nemmeno il 50% del potenziale che l’allenatore gli ha messo a disposizione, in questo modo tutti i suoi giocatori giocano ogni partita al 100% delle loro possibilità.
A Leicester il calcio vuol dire davvero il calcio, cioè quello che dovrebbe essere, ovvero un gioco meraviglioso che con la sua allegria coinvolge tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport.
La parabola più somigliante? Davide contro Golia, questa impresa storica dimostra che è ancora possibile vincere e stupire senza spendere cifre astronomiche.
Il Leicester City ha dato prova che anche una squadra economicamente non all’altezza delle big d’Inghilterra possa vincere la Premier League. La squadra di Ranieri ha vinto grazie a uno splendido lavoro del tecnico italiano, che è riuscito con una grande organizzazione ha creare un gruppo affiatato, che con un cuore immenso, tanto sudore e sacrificio è riuscito a compiere un vero e proprio miracolo sportivo.
Come uno scalatore, la squadra di Vardy e company non ha guardato alle proprie spalle, sempre dritti sulla propria strada, sapendo che il destino lo dovevano scrivere loro. Questa fame di successo di chi, da sempre è stato ai margini del calcio che conta e con un pizzico di fortuna, entrerà di diritto negli annali della storia. Chapeau Ranieri.
Francesco Rosati – Agenzia Stampa Italia