(ASI) Il mondo in cui viviamo è cambiato molto dalla caduta dell’Unione Sovietica. Le minacce sono cambiate o si sono trasformate. I servizi segreti degli stati oggi devono affrontare non solo le minacce fisiche provenienti dal terrorismo internazionale, ma anche le sfide provenienti da Internet.
La Fondazione Italia USA nell'ambito di Diplomacy - Festival della Diplomazia, ha organizzato a Roma mercoledì 28 ottobre 2015 alle ore 17, presso la Camera dei Deputati, Sala Aldo Moro, Piazza Montecitorio 1, un dibattito sull’evoluzione che è in atto nel settore dell’intelligence.
Le prospettive non sono rosee. Solo chi è in grado di dimostrare flessibilità e lungimiranza può comprendere le sfide di un sistema internazionale globalizzato. Secondo il moderatore Emilio Carelli, fondatore di SkyTg24, sono proprio queste nuove sfide il fattore che deve spingere gli stati a ripensare il funzionamento dei servizi segreti.
Catia Polidori, direttore esecutivo della Fondazione Italia USA, ha posto l’accento sulle difficoltà per l’Italia di interpretare tale ripensamento in una situazione in cui è difficile investire nel nostro Paese e in cui il “Made in Italy” sta attraversando una crisi in cui non ha competitività e viene acquistato da multinazionali estere. Carlo Jean, generale e presidente del Centro Studi Geopolitica Economica, partendo dal presupposto che «l’Italia ha bisogno ora più che mai di una visione chiara dell’interesse nazionale», ha notato che oggi i danni maggiori sono quelli del cyber-terrorismo e dell’intelligence economica. Non a caso, secondo Jean, la stessa ENI ha un proprio servizio di intelligence economica. Stefano Dambruoso, magistrato e questore della Camera dei Deputati, insieme ad Adriano Soi, prefetto e responsabile comunicazione istituzionale DIS, hanno voluto ricordare i passi avanti compiuti dalla legislazione italiana nel modernizzare il sistema di sicurezza nazionale della Repubblica Italiana e nel contrasto e prevenzione del terrorismo internazionale. Umberto Vattani, ambasciatore e presidente Venice International University, ha rimarcato l’importanza che la sfida generazionale e la velocità delle informazioni hanno nell’orientare l’azione di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno. Infine Giuseppe Morabito, colonnello e direttore NATO Middle East Faculty, ha concluso dicendo che davanti alle indefinite minacce odierne «Se non hai una buona intelligence ogni strategia ha la durata di uno scontro».
Non esiste più un nemico concreto e definibile. Ogni minaccia ora è flessibile e sfuggente. Ogni minaccia non riguarda solo lo Stato, ma il sistema-Paese. Ogni minaccia è improvvisa oggi, ecco perché per combattere un nemico invisibile devi conoscere i suoi incubi.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia