(ASI) L'Aquila – Il 30 agosto 2015, ha fatto il suo esordio in anteprima nazionale lo spettacolo “Scacco al Duce – l’ultima notte di Ben e
Claretta”, il terzo atto di una trilogia tutta dedicata al vissuto umano e psicologico del Duce in momenti chiave della sua vita (il primo atto è stato “Quel 25 luglio a Villa Torlonia”, poi seguito da “Operazione Quercia”).
La trilogia su Benito Mussolini è stata scritta e diretta da Pier Francesco Pingitore e coprodotto da UAO di Federico Perrotta, dalla Fondazione Cantiere Abruzzo Italia dell'On. Fabrizio Di Stefano e dal Teatro Stabile d'Abruzzo, con il contributo del Comune di L'Aquila.
Luogo dell'evento che ha registrato il tutto esaurito, con diverse personalità intervenute tra cui gli Onorevoli Quagliariello e Di Stefano, è l'Albergo – Rifugio di Campo Imperatore a quasi 2200 mt Slm.
Praticamente, in “Scacco al Duce” si racconta la notte trascorsa da Mussolini e Clara Petacci nella cascina De Maria a Bonzanigo che si conclude con la loro fine. “Una lunga nottata in cui l’ormai ex Duce è chiamato a fare i conti con se stesso e con la Storia, in una serie di colloqui, in parte reali e in parte immaginari, con alcune delle figure fondamentali della sua tempestosa avventura: il Re, D’Annunzio, la figlia Edda, e (personaggio in carne e ossa) il giovane partigiano suo carceriere, che gli presenta il conto di una generazione troppo illusa e troppo delusa. Accanto a lui l'amante Claretta, la donna che pur potendo salvarsi, ha voluto condividere fino in fondo la sorte del suo Duce”.
A 70 anni dalla morte di Benito Mussolini e di Claretta Petacci, ci sembra che su questa storia ci siano ancora dei coni d'ombra. Tutto, perché, sulla morte di Mussolini e della sua amante, sono state fatte decine di ipotesi diverse: ogni segmento di quella storica giornata è stato smontato e rimontato, ogni dichiarazione o spostamento dei presunti protagonisti è stato analizzato. Ma, a tutt'oggi l'esatta verità su quanto avvenuto quel giorno, non si conosce.
Sulla vicenda esiste una versione ufficiale, secondo cui il Duce fu ucciso a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, non lontano dal luogo dove era stato catturato, da un plotone di partigiani comandato da un esponente Comunista, il Colonnello Valerio, al secolo Walter Audisio, per ordine dei capi del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia.
Questa versione è stata spesso contestata e presenta, in effetti, secondo più storici, non poche contraddizioni. Sono stati messi in dubbio il luogo, la tempistica, l'identità degli esecutori e la legittimità dell'ordine impartito dal Cln. Ed è stato anche ipotizzato un intervento dei servizi segreti inglesi nella morte del Duce.
Come ha ricordato lo storico Giovanni Sabbatucci, «la verità è che Mussolini fu ucciso dai partigiani perché era importante che fosse la Resistenza italiana ad assumersi l'onere dell'esecuzione; e perché, in caso di consegna agli Alleati ci sarebbe stato un processo che avrebbe chiamato in causa responsabilità e complicità diffuse, in un momento in cui i governanti italiani tendevano a separare le responsabilità del Paese da quelle del Fascismo". Inoltre, un Mussolini sotto processo, sarebbe stato scomodo anche per il Premier britannico Winston Churchill, con cui il Duce ebbe una folta corrispondenza epistolare, anche durante la guerra.
C'è chi dice che Mussolini, non sia stato ucciso a Giulino di Mezzegra, davanti a Villa Belmonte, ma freddato nei pressi della Cascina De Maria a Bonzanigo, la mattina del 29 Aprile fra le 9 e le 10 e la Petacci successivamente intorno alle 12 in un prato vicino, dopo aver subito un abuso sessuale; c'è chi avvalora la tesi ufficiale del luogo e delle modalità, ma ritiene che il Partito Comunista abbia voluto tenere nascosta la reale identità di colui che ha sparato i colpi fatali al Duce; c'è chi dice che sia stato un commando di partigiani per conto dei servizi segreti inglesi a passare per le armi Mussolini ; c'è finanche chi pensa che il Duce sia morto sempre nella Cascina De Maria e non a Giulino di Mezzegra, ma si sia avvelenato con una capsula di cianuro e che, quindi, la sua esecuzione, davanti Villa Belmonte, sia stata solo una montatura.
Ciò che appare certo, secondo ultimi studi effettuati, è che Mussolini non sia stato ucciso effettivamente a Giulino di Mezzegra, ma a Bonzanigo dove l'ormai ex Duce e la Petacci erano prigionieri l'ultima notte.
Anche Pingitore, nel suo spettacolo "Scacco al Duce", sembra sposare la tesi secondo cui Mussolini sia morto nei pressi della cascina De Maria, ma forse lo fa solo per motivi scenici; ma, quel che più colpisce l'animo dello spettatore è la morte di Claretta, affianco all'uomo che ama. Pingitore, facendo sacrificare Claretta, per salvare dalle pallottole, come uno scudo, il suo Benito, fa di lei, per certi versi ,una eroina romantica, colpendo l'animo dello spettatore.
Nel cast, ancora una volta, Luca Biagini nel ruolo di Benito Mussolini; Barbara Lo Gaglio è Claretta Petacci; Roberto Della Casa, interpreta Vittorio Emanuele III; Bianca Maria Lelli impersona la Vita; Sabrina Pellegrino è la figlia del Duce e vedova di Galeazzo Ciano, Edda Mussolini in Ciano; Carlo Ettorre veste i panni di Gabriele D’Annunzio; Antonio Pisu è il partigiano; Morgana Giovannetti è la voce narrante. I ballerini sono, come per “Operazione Quercia”, Raffaella Saturni e Leonardo Bizzarri. Coreografie di Evelyn Hanack, costumi di Graziella Pera.
L'opera teatrale andrà in scena fino al 6 settembre. Ogni sera, dopo lo spettacolo, è prevista una cena con degustazione di pasta e vini abruzzesi.
Il biglietto, funivia in salita e servizio navetta in discesa da Campo Imperatore, è gratuito grazie al sostegno del Comune dell'Aquila.
Ma, guardiamoci il video con uno spezzone di 15' dello spettacolo “Scacco al Duce”, le interviste all'attrice Barbara Lo Gaglio che interpreta Claretta e al Senatore Fabrizio Di Stefano, Presidente della Fondazione Cantiere Abruzzo Italia:
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia
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