(ASI) Il due novembre 1917, il Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, Lord Balfour ha annunciato l’intenzione del governo di Sua Maestà di facilitare la realizzazione di un focolare nazionale homeland ( per gli ebrei in Palestina. Il 29 novembre 1947 le Nazioni Unite con la risoluzione 181 decidono la spartizione della Palestina storica in due Stati. Il 15 maggio 1948 Ben Gurion proclama la nascita dello Stato di Israele.
Di conseguenza l’espulsione forzata di più di 800 mila palestinesi costretti a lasciare le loro terre e le loro case, rifugiandosi in Cisgiordania, Gaza, Giordania, Libano e Siria ed in altri paesi limitrofi. Oggi i rifugiati sono 6 milioni 500 mila persone - che continuano a vivere in condizioni miserabili nei campi profughi. Il 5 giugno 1967, Israele occupa il resto delle terre palestinesi )Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est), operando ogni forma di repressione contro i civili palestinesi: uccisioni, arresti, demolizione delle case, furto dell’acqua, la costruzione del muro dell’apartheid, confische delle terre, costruzione di colonie illegali; violando tutte le risoluzioni della legalità e le leggi internazionali, che riconoscono i territori del 1967 territori palestinesi occupati, da cui Israele si deve ritirare. Israele non ha mai rispettato nessuna delle risoluzioni dell'Onu tanto meno le 54 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che riguardano la Palestina. L’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) ha trattato con Israele per più di 20 anni. Ed ha firmato diversi accordi, tra cui la dichiarazione dei principi di Oslo, l’accordo di Washington e tanti altri, che prevedevano la nascita dello Stato di Palestina sui territori occupati, cioè sul 22% della Palestina storica, ma che Israele non ha mai attuato. Ultimamente, l’OLP ha accolto l’invito americano di ritornare al negoziato, con le garanzie statunitensi che entro 9 mesi sarebbero state discusse tutte le questione per arrivare alla soluzione finale con la nascita dello Stato Palestinese. Malgrado l’impegno americano e le sue garanzie, Israele ha continuato i sui piani di costruzione e di estensione delle colonie illegali, cioè che ha ostacolato ogni possibilità di giungere ad una soluzione come ha dichiarato John Kerry il capo della diplomazia americana. L’occupazione israeliana è l’ultima nel mondo ed è ora che finisca. Il popolo palestinese, come tutti i popoli di questo mondo, ha il diritto inalienabile di costruire il suo Stato indipendente e sovrano sulla sua terra, e contribuire allo sviluppo, alla stabilità, alla sicurezza e alla pace nella regione e nel mondo. I bambini palestinesi hanno il diritto, come tutti i bambini del mondo, di vivere senza paura, in pace e serenità con le loro famiglie. I migliaia di detenuti e prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane hanno il diritto di vivere in libertà nel loro stato. Il 29 novembre 2012, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 138 Stati, Italia compresa, hanno votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina. Il 30 ottobre 2014 il Governo Svedese ha riconosciuto bilateralmente lo Stato di Palestina.
Il 31 ottobre 2014 la Camera dei Comuni inglese a larga maggioranza ha riconosciuto lo stato di Palestina. Analoghe iniziative a quelle della Camera dei Comuni britannica, sono state prese dai Parlamenti di Irlanda, Spagna e Belgio, Francia, Portogallo ed Lussemburgo. Il Parlamento Europeo ha riconosciuto lo Stato di Palestina. Attualmente, 135 Paesi riconoscono lo Stato di Palestina, tra questi diversi membri dell'Unione Europea: Svezia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Cipro, Slovacchia, Ungheria, Malta, Polonia e Romania; Il nostro auspicio/ appello ai rappresentanti del popolo italiano, di questo grande paese, amico storico del popolo palestinese, e di tutte le cause della giustizia e della pace nel mondo, è di votare a favore del riconoscimento dello stato di Palestina. Uno Stato sovrano che possa contribuire alla stabilità e alla pace nella regione e nel mondo.
Ambasciata di Palestina