(ASI) Chieti - La corrispondente del Manifesto in Medioriente, la giornalista Giuliana Sgrena, è stata nel pomeriggio di giovedì 18 dicembre 2014 a Chieti presso la nuova sede di Sel per presentare il suo ultimo libero, "Rivoluzioni Violate",
in cui esprime un suo giudizio su quel fenomeno storico, politico, sociale, economico, giuridico rappresentato dalle "Primavere Arabe". A tal proposito, la Sgrena, durante il suo intervento, ha sviscerato i vari caratteri che contraddistinguerebbero,secondo lei questo fenomeno epocale. La rivolta sarebbe partita dalla periferia della Tunisia e poi avrebbe contagiato tutti i paesi arabi. Dunque, i tumulti non sarebbero scoppiati improvvisamente,ma a seguito di lotte sindacali per la tutela dei diritti che andavano avanti da tempo. Questo perché non essendoci dei veri e propri Partiti, solo i Sindacati potevano portare avanti la rivolta senza né leader politici né simboli. Infatti, solo la bandiera dello Stato - Nazione veniva sventolata dai manifestanti. La Tunisia dopo la caduta di Ben Alì ha sciolto il Parlamento e ha creato una assemblea costituente per una nuova Carta costituzionale. Come si può notare, secondo quanto ha voluto dimostrare la Sgrena col suo ragionamento, questi paesi non sarebbero poi molto diversi da noi. E proprio i sociale network e i blog hanno svolto un ruolo fondamentale nel diffondere gli ideali rivoluzionari e nel documentare cosa stava avvenendo,in aree del mondo dove le notizie erano sempre filtrate dai Governi. Ruolo dei blog e dei blogger che sta crescendo anche in Occidente,e in particolare in Italia, dove si assiste a chiusure di redazioni e a tagli di organici con seicento giornalisti professionisti andati in pensione o pre pensionamento in due anni e non rimpiazzati; mentre aumentano le collaborazioni delle testate proprio con i freelance del web. Giuliana Sgrena, nel suo libro ha parlato anche di donne che vogliono la parità di genere, di assemblee per nuove elezioni per permettere parità di rappresentanza politica con gli uomini, anche se il ruolo delle donne resta precario. Le donne hanno chiesto il cinquanta per cento delle candidature e dei capolista. La proposta è stata accettata,fatta eccezione per i capolista, anche se alla fine però hanno perso proprio i Partiti democratici che hanno appoggiato queste proposte e ha vinto il Partito islamista per una manciata di voti. Movimenti fondamentalisti islamici che sarebbero finanziati dalla rete dei Fratelli Mussulmani diffusa in tutto il mondo arabo finanziato dall'Arabia Saudita. La vittoria islamista è legata al fatto che gli uomini volevano riconquistare la loro virilità messa in discussione dal ruolo politico delle donne nelle Primavere Arabe. Altre motivazione sono rappresentate sicuramente dal ruolo della emittente televisiva Al Jazeera e dal bisogno di rafforzare l'identità nazionale tramite la religione islamica. In Egitto, a differenza della Tunisia, è stato molto importante il ruolo dell'esercito. Il Movimento 6 Aprile, nato per contrastare la candidatura del figlio di Mubarak è poi stato soppiantato da movimenti filo islamici appoggiati dall'esercito. Dunque, a delle Primavere sbocciate tramite valori laici, sono seguiti delle vittorie di Partiti conservatori e reazionari di stampo islamico. La differenza fra Tunisia ed Egitto,secondo la Sgrena, sarebbe che l'esercito in Tunisia si è rifiutato di sparare sul popolo, mentre in Egitto c'è stato un accordo fra esercito e Fratelli Mussulmani per mantenere il potere e per portare avanti la repressione. Sarebbe stato fatto alle donne arrestate in piazza il test di verginità. Sarebbero stati avvistati gruppi di stupratori. In Egitto, le vittorie dei Fratelli Mussulmani è stata larga. Sciolto Parlamento e Assemblea Costituzionale e messa al potere la Sharia vera e pura. Il Presidente ha assunto tutti i poteri finché c'è stata una ribellione e l'esercito ha fatto un golpe. Ora comandano i militari che hanno anche un forte potere politico.In Egitto, dunque, attori principali delle rivolte sono stati non solo le donne,ma anche l'esercito. Il Movimento 6 Aprile,nato per contrastare la candidatura del figlio di Mubarak. La differenza fra Tunisia ed Egitto è che l'esercito in Tunisia si è rifiutato di sparare sul popolo mentre in Egitto c'è stato un accordo fra esercito e fratelli mussulmani per mantenere il potere e per portare avanti la repressione. È stato fatto alle donne arrestate in piazza il test di verginità. Sono stati avvistati gruppi di stupratori contro le donne. Qui le vittorie dei Fratelli Mussulmani è stata larga. Sciolto parlamento e assemblea costituzionale e messa al potere la Sharia vera e pura. Il Presidente ha tentato di accentrare tutti i poteri finché c'è stata una ribellione e l'esercito ha fatto un golpe. Ora comandano i militari che hanno anche un forte potere politico. La Sgrena,incalzata dalle domande dei presenti, ha parlato dei giornalisti free lance di guerra occidentali e in particolare italiani ed è arrivata alla amara constatazione che oggi in Italia non abbiamo informazioni adeguate non solo sulle vicende internazionali, ma anche su quelle nazionali in genere. Si portano avanti nei Tg le false flag e le teorie tese a evidenziare le differenze fra il noi e l'altro o nel caso di notizie nazionali, tese a sponsorizzare prevalentemente l'attività del governo.Quindi,ad esempio,Siria, Iraq e Afganistan sono pressoché un buco nero per l'informazione, benché ci sono dei conflitti devastanti. Non sappiamo niente in realtà di cosa succede a seguito dei bombardamenti. Molta gente autoctona preferisce i Talebani ai "finti" liberatori. L'Isis è servito agli USA per far fuori Al Qaeda e ridare una sorta di ordine a modo loro a un'area fortemente destabilizzata. Quando è scoppiata la guerra in Siria i gruppi del risveglio islamico hanno deciso di andare a combattere in Siria contro il Governo,arricchendosi di soldi e armi, sovvenzionati dagli Americani e dai loro alleati sceicchi della penisola arabica. Gli esponenti dell' Isis hanno occupato la zona sunnita dell'Iraq con dei pozzi petroliferi e deciso di vendere il petrolio ai prezzi concordati con le multinazionali occidentali e soprattutto americane. Dunque, per la Sgrena, anche l'Isis col suo Califfato, è in realtà una creatura dell'Occidente americano per la sua politica imperialista nell'area. Alla fine del convegno la Sgrena ha parlato del caso Calipari e di come la verità sulla vicenda sia stata insabbiata perché troppo scomoda per il potente e ingombrante alleato americano.
Sentiamo, a tal proposito, cosa ha dichiarato ai nostri microfoni la giornalista Giuliana Sgrena:
https://www.youtube.com/watch?v=WugIZPACV6I
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia