(ASI) Una bandiera. Una leggenda. Ha vinto più trofei con la maglia del Manchester United di qualsiasi altro giocatore: più di sir Bobby Charlton, più di George Best, più di David Beckham.
Una carriera dedicata ad una sola maglia, dal 1991 fino a quarantuno anni , prima da giocatore poi da allenatore, come se fosse una seconda pelle cucita addosso.
Il primo esordio fu a diciassette anni, il 3 marzo 1991 entrando al posto di Denis Irwin in un Manchester-Everton terminato 0-2, fino all'annuncio del ritiro dal calcio giocato, il 19 maggio 2014.
Il gallese ha collezionato 672 presenze in Premier League: 963 con la maglia del Manchester United superando Bobby Charlton. Un vero e proprio trascinatore, con i red devils vince 2 Champions League vinte, 2 coppe Intercontinentali, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa delle Coppe, 13 Premier, 4 Coppe d'Inghilterra, 4 Coppe di Lega, 10 Community Shield. Ogni tanto il buon Ryan segnava pure qualche gol, ben 169 con la maglia del club inglese. Ricordiamo la magica serpentina al White Hart Lane nel 1993 o lo slalom con annesso tiro devastante nella celebre semifinale di FA Cup del 1999 con l'Arsenal.
E' pensare che quando era bambino lo avevano adocchiato gli osservatori del Manchester City. Per strapparlo ai rivali, un bel giorno Ferguson gli si presentò sull'uscio di casa. Il resto è storia. L'ex ragazzo prodigio dei Salford Boys accarezzava la palla come forse unicamente un certo Zinadine Zidane ha saputo fare negli ultimi due decenni. Il geniale gallese è un mix di classe, estro e talento al servizio del calcio. Il modo di curvare il corpo per beffare l'avversario diretto con un dribbling elegante e definito era quanto di più paragonabile all'immenso George Best si sia mai rivisto a Manchester. Per questo nella Stretford End (il covo del tifo più caldo dei Red Devils) gli avevano dedicato uno striscione: "Giggs tearing you apart since 1991", Giggs vi fa a pezzi dal 1991. La citazione riadattata, prendeva il titolo di "Love will tear usa part", una celebre canzone dei Joy Division. Fino ai sedici anni lui era Ryan Wilson, cognome del padre che non era gallese, bensì inglese. A causa dei cattivi rapporti con il padre, appena raggiunse la maggiore età prese il cognome della madre (Giggs) ed anche la sua nazionalità (gallese). Da quel giorno, per tutti diventò Ryan Giggs. Questo highlander del calcio europeo rimane e rimarrà sempre inciso nelle menti e nei cuori di tutti i tifosi del Manchester United e degli amanti di questo sport.
Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia