(ASI) Un sogno attraversa l’Europa da sempre, quello di una unificazione dei suoi popoli. Potrebbe essere definito il “Sogno Europeo” che si contrappone a quello statunitense, e forse è proprio così. Per secoli questa idea ha influenzato le idee di politici e politologi, geografi e filosofi.
A questo si aggiunge la mancanza di una visione di lungo termine nella politica estera e di difesa, di fatto ancora nelle mani dei singoli governi nazionali (guarda l’intervento militare francese in Mali), incapaci di agire unitariamente. Gli Stati Uniti d’Europa sono un tema che ancora oggi crea forti polarizzazioni nel dibattito politico interno agli Stati membri dell’UE, tanto che ormai l’agone politico vede contrapposti partiti europeisti a partiti euroscettici o addirittura antieuropeisti. Una contrapposizione che alcune volte sembra più marcata di quella fra destra e sinistra. Ma cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni?
Quale sarà il futuro di questa utopia inseguita da secoli ma mai realizzata? Di previsioni ce ne sono molte. Alcuni studiosi li raffigurano come una futura superpotenza in grado di rivaleggiare con gli Stati Uniti e già in grado di esercitare una notevole influenza sugli Stati vicini (una situazione che è stata definita “Eurosfera). Altri sostengono che l’UE ricorda invece una potenza secondaria, proprio per i limiti che ha mostrato di avere e che non hanno permesso di raggiungere le aspettative che erano state prefissate, anzi hanno comportato un calo del consenso verso il sogno europeo. Nonostante le opposizioni nazionali, il sogno federalista va avanti e le elezioni per il Parlamento Europeo che ci saranno a breve potrebbero esserne una conferma. Ma potrebbero anche decretarne il declino.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia