(ASI) Crollano i governi e i regimi della sponda meridionale del Mediterraneo, sale la tensione tra l'Occidente e la Siria di Assad, si agitano le piazze nei Paesi della Penisola araba, ma l'Iran degli Ayatollah è sempre lì. Salda e ferma nelle sue posizioni, la Repubblica Islamica - unica nazione a maggioranza sciita in tutto il mondo musulmano - può fare leva non solo su un'antica tradizione religiosa ma anche sulle mai sopite radici persiane che lo distanziano e non poco dai tanti altri attori nello scenario del Medio Oriente, per lo più arabi.
La casa editrice romana Fuoco Edizioni ha recentemente pubblicato un testo di Alain Rodier dal titolo "Iran: la prossima guerra?", originariamente pubblicato nel 2007, ma appena aggiornato ed ampliato con nuovi dati e nuovi approfondimenti. Rodier è un ex ufficiale dei servizi segreti francesi, mentre oggi dirige il Centro Francese per la Ricerca sull'Intelligence (CF2R) ed è uno dei maggiori esperti nello studio del Medio Oriente e dell'ambito relativo al terrorismo trans-nazionale. Chiaramente filtrato da un punto di vista occidentale, questo testo contiene molti dati e molte indiscrezioni interessanti relative alle strutture politiche, militari e strategiche dell'Iran. Abbiamo colto l'occasione di avere ospite con noi il direttore responsabile di IRIB - Italia, Davood Abbasi, per rivolgergli alcune domande e conoscere da vicino il suo Paese, confrontando le sue considerazioni con quelle del libro.