Lei ha una esperienza molto longeva nell’Europarlamento. Può aiutarci a far capire il ruolo di questa istituzione agli italiani?
Le istituzioni comunitarie hanno oggi un ruolo sempre più importante all’interno della vita dei cittadini europei e dei singoli Stati anche se spesso non ce ne accorgiamo. È quindi fondamentale un interscambio tra le istituzioni europee, quelle nazionali ed i singoli cittadini visto che ormai più del 75% delle decisioni prese dai Parlamenti degli Stati membri dipendono in realtà da quanto deciso a livello comunitario. L’Europarlamento svolge una sorta di ruolo guida rispetto alle assemblee nazionali che devono muoversi all’interno di paletti economici e politici molto rigidi che difficilmente possono essere superati dopo l’approvazione di una direttiva europea. Si rischia di non poter intervenire su decisioni già prese, gli italiani come gli altri cittadini europei devono cercare di partecipare di più al processo decisionale che si svolge tra Bruxelles e Strasburgo se vogliono modificare le norme in via di approvazione .
Quali iniziative ha intrapreso l’Europarlamento per contrastare la crisi economica e risolvere il problema della disoccupazione giovanile?
Fronteggiare la crisi è ovviamente una priorità per le istituzioni europee, ed intende affrontarla in maniera molto forte e incisiva. La disoccupazione in Italia è al 40% ma in tutta Europa è comunque al 24, un dato che non può certo lasciarci indifferenti. Le istituzioni continentali, coordinandosi tra loro, hanno messo in campo determinate misure in particolare la Garanzia dei giovani o youth guarantee, ovvero un pacchetto di opportunità che dovrebbe permettere ai giovani una volta terminato il percorso formativo o educativo di essere inserito nel mondo del lavoro tramite stage, tirocini o altre misure simili entro un massimo di 4 mesi, misura che dovrebbe valere anche per chi ha perso una qualche occupazione aiutandolo a rientrare nel mondo del lavoro sempre entro 120 giorni. Volgiamo evitare che questa non diventi davvero una lost generation-generazione perduta come qualcuno l’ha già definita.
Il prossimo anno si voterà per rinnovare il Parlamento europeo. Lei cosa si aspetta dalla prossima legislatura continentale?
Sono molto ottimista e quindi mi aspetto azioni sempre più concrete in favore dei cittadini e delle associazioni. Mi aspetto una maggiore attenzione ed un migliore utilizzo dei fondi comunitari. Dal prossimo I gennaio partirà infatti la nuova programmazione dei fondi e solo per ill nostro Paese parliamo di oltre 30 miliardi euro per lavoro, infrastrutture, di altre 50 per quanto concerne l’agricoltura anche se l’Italia, purtroppo - è da sempre fanalino di coda nell’utilizzo di questo denaro.
Qual è la posizione degli italiani nei confronti della Ue?
A differenza di quanto si possa credere, noi non siamo tra i paesi più euroscettici, basta guardare l’affluenza alle urne che è tra le più alte tra i 27, anche se si registra una grande ostilità verso le istituzioni perché c’è una crisi economica molto forte e perché si dà la responsabilità alla Ue di fare una politica di sacrifici, rinunce e tagli mentre il cittadino vorrebbe una politica di sviluppo, crescita e occupazione. Le regole del patto di stabilità parlano di stabilità e crescita quindi sì ai controlli no agli sprechi, ma i soldi risparmiati devono essere reinvestiti in attività produttive ed in tutto ciò che può produrre lavoro e benessere.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia
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