(ASI) Roma - “Esiste un grande filo conduttore legato all’ipocrisia italiana, che è quello del proibizionismo. Su gioco e prostituzione bisogna superare questa ipocrisia, cambiando la visione politica. Ci sono norme contrastanti in materia, come limitare fortemente il gioco, e lo abbiamo visto in questi anni, con lo Stato che lo combatte ma vuole incassare gli importanti proventi dalla sua tassazione.