(ASI) Nessuno che pensi, sappia e voglia veramente arginare l’evasione fiscale e la corruzione, “fenomeno radicato e persistente” secondo Raffaele Cantone, ex presidente dell’Anac, e allora il Governo, guidato da Giuseppe Conte, sembra un formicaio impazzito, con ministri e sottosegretari alla affannosa ricerca, nella manovra che stanno cercando di varare, delle modalità, a volte contraddittorie altre volte grottesche, molto più spesso inutili e inefficaci, di come e dove mettere nuovi tributi e, quel che è veramente intollerabile, con la presunzione e l’arroganza di far credere, a noi, popolo bue, che non di imposte e tasse si tratti ma di geniale, lodevole induzione a comportamenti virtuosi.
Più tasse sulle bevande perché contengono molti zuccheri, più tasse sui tabacchi perché fanno male (infatti li vende lo Stato), più tasse sulle vincite ai giochi perché fanno venire la ludopatia (infatti il banco lo tiene sempre lo Stato), più tasse sulle plastiche perché rovinano l’ambiente, più tasse sui carburanti perché gli autoveicoli inquinano, ecc. Il tutto condito con un farsesco “salvo intese”. Inaudito. Appare, invece, questo sì, certo e sicuro, un solo obiettivo: rovinarci la vita e aumentare ancora di più la già intollerabile pressione fiscale. Che l’esecutivo sia “bersagliato da malumori” come scrive il Corriere della Sera credo sia il minimo. In questo quadro di incertezze e di precarietà arrivano, il 27 prossimo, le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale dell’Umbria, dopo i nove anni fallimentari di Catiuscia Marini che ha ridotto il Pd, anche e non solo per gli scandali nella sanità, ai minimi storici, e commissariato. C’è voluto Luigi Di Maio, con i 5 Stelle, dopo l’alleanza governativa a dare qualche speranza al Pd, riproponendo, con un “patto civico” un accordo elettorale in Umbria, la prima volta in una regione.
Ecco perché i riflettori di tutti gli organi di stampa da giorni sono puntati su queste elezioni. Perché ci potranno essere delle conseguenze non solo, ovviamente, sul governo regionale, anche sulla navigazione del governo Conte. Che di tutto avrebbe bisogno men che meno di una bufera proveniente dall’Umbria. Peraltro assai probabile, se nelle urne verranno confermati i sondaggi che danno in vantaggio Donatella Tesei, la candidata della Lega, di Fi e di Fdi. Ma i sondaggi dicono anche che un terzo degli elettori è ancora incerto. Il solo fatto che ci sia stata la presenza dei tre leader Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a sostegno della Tesei, nella manifestazione che si è tenuta a Perugia, dimostra che c’è ancora incertezza, perché sono in movimento tutte le associazioni, visibili e invisibili, per sostenere l’uno o l’altro candidato. Credo però che i dubbi riguardino i 5 Stelle, che da sempre si sono battuti contro il “potere ed il clientelismo” del Pd e della sinistra in Umbria. E chi li ha votati lo ha fatto, appunto, per sostenere un movimento nuovo e per cambiare il governo della Regione.
Non per sostenere il Pd, peraltro in un momento di grandissima difficoltà e ai minimi storici. Vedere il simbolo dei 5 Stelle a fianco a quello del Pd, a sostegno dello stesso candidato, non può non provocare degli spasmi negli elettori grillini. Se il governo Conte 2 era giustificato dall’emergenza, e per evitare nuove elezioni, l’accordo in Umbria non sembra avere solide e convincenti motivazioni. Ecco, dunque, l’incognita. Gli elettori grillini andranno a votare con gli spasmi, dando pure una “grande collaborazione” come auspica Bianconi, o non ci andranno? O, addirittura peggio, voteranno Tesei per mandare un messaggio a Di Maio, di cui molti contestano la decisione del “patto” stipulato con Zingaretti senza prima sentire gli esponenti umbri ?
Se ciò dovesse accadere le conseguenze si potranno avere a livello nazionale perché il nutrito drappello contro Luigi Di Maio e la sua leadership s’ingrossa e si salda con i tanti parlamentari che, seppure per ragioni diverse, sono in fibrillazione, e c’è un rischio che mi sembra molto alto e assai probabile: che i grillini dissidenti, diventino ex, e facciano un nuovo gruppo parlamentare, che poi eventualmente potrebbe sfociare in un nuovo partito, come ha fatto Matteo Renzi. Anche questo gruppo avrebbe in mano le sorti del governo Conte. Il risultato delle urne in Umbria il 27 ottobre, dunque, avrà ripercussioni non solo per la Regione, ma è diventato un crocevia importante per la politica nazio
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia